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Bellanova: "Troppo testosterone nei partiti. Tornassi indietro rifarei tutto"

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Estratto dell'intervista di Alessandro Di Matteo, "la Stampa", 17 febbraio 2021.   

I partiti non dovranno cercare di condizionare Mario Draghi; Teresa Bellanova commenta la partenza difficile dell'esecutivo Draghi e dice che tutti dovrebbero «ringraziare Iv» per aver contribuito a far nascere il nuovo governo. E sulla sua esclusione dalla squadra dei ministri mostra fair play: «C'era in gioco qualcosa di più importante della mia postazione. E il coraggio ha sempre dei costi...».

Solo 8 donne ministre su 23. Cos'è successo?
«I partiti potevano fare di più. Ma per me non è una novità, ho parlato in tempi non sospetti del troppo testosterone nei partiti. È  una democrazia rattrappita, le correnti non sono aree culturali ma centri di potere nelle mani dei maschi. La politica non ha dimostrato di essere all'altezza».

Lei era una delle ministre più in vista, non è stata confermata: è delusa? Pensa di aver scontato il suo ruolo in prima fila, spesso critico, nel passato governo?
«Non avevo un'aspettativa. Quello che ho fatto, l'ho fatto con convinzione, se tornassi indietro lo rifarei: c'era un governo che non era in grado di andare avanti, questo era più importante del salvaguardare la mia postazione. Dopodiché, il coraggio ha sempre dei costi. Sono stati 16 mesi di lavoro veramente importanti, fatti senza risparmio».

Ma questa partenza tra le liti significa che i partiti renderanno la vita difficile a Draghi?
«È un governo che ovviamente vede insieme forze diverse, un governo che ha risposto a un appello accorato del presidente della Repubblica. Non credo che sia più difficile del previsto, credo che si debba praticare correttamente la dialettica. In una fase come questa i partiti non devono condizionare, ma dare il meglio delle loro proposte. La dialettica non deve aggravare i problemi ma aiutare a trovare migliore sintesi».

Sintesi complicata anche dal protagonismo dei consulenti tecnici del governo?
«Beh, sì. Sicuramente. Siamo in una situazione davvero delicata. Le varianti di cui si parla creano preoccupazione. Questo deve consigliare tutti a non aggravare anche uno stato di tensione e di ansia. La comunicazione è importante. Ed è buona prassi che i consulenti facciano i consulenti. Aiutino la politica a decidere, ma poi è la politica che deve scegliere in modo informato. Sennò si rischia di creare confusione tra le perone».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa su "la Stampa".