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Bellanova rivendica le sue lacrime: "Atto di coraggio, non mi vergogno, in questa battaglia c'è il mio passato"

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Intervista di M. T. Meli, "Corriere della Sera", 15 maggio 2020.

«Le lacrime non sono solo delle donne, le considero un atto di coraggio, quando una persona non ha paura di mettersi a nudo. Piangono donne e piangono tanti uomini, non c'è nulla di cui vergognarsi». Teresa Bellanova non si pente della commozione dell'altra sera. «E poi — aggiunge — ci sono momenti in cui i sentimenti non si riesce a governarli perché quello che sta accadendo è troppo importante. Mi è passata davanti agli occhi una vita, un'emozione fortissima che non sono riuscita a controllare. La notizia di ieri però non sono le mie lacrime, ma il decreto Rilancio e il provvedimento sulla regolarizzazione, come era stato condiviso politicamente domenica notte».

Dunque, dietro alle lacrime c'erano i ricordi del passato, del suo passato?
«È una battaglia che incrocia una biografia personale e politica. Non c'è esperienza più forte di quando tutto questo si salda e senti non di aver vinto, ma di aver lavorato per affrontare e risolvere qualcosa che era sotto gli occhi di tutti, irrisolta, da troppo tempo. Una vergogna a cui mettere fine. Dopo giornate faticose e per me anche emotivamente impegnative, abbiamo raggiunto un risultato importante riconoscendo a migliaia di uomini e donne che sono nel nostro Paese e da tanti considerati invisibili il diritto di esistere: non clandestini ma persone, portatori di diritti e di doveri. Non vale solo per gli stranieri, ma per tutti: non dimentico che Paola Clemente era italiana, e questo non l'ha salvata».

Ma intanto sono partiti anche gli attacchi. Pesanti. Matteo Salvini sostiene che le lacrime della ministra dell'Agricoltura gli ricordano quelle di Elsa Fornero, che poi «fregava i pensionati».
«Essere paragonata a Salvini, quello sì che mi avrebbe fatto molto male! Ha cinicamente scelto di trasformare i disperati in nemici sociali, orchestrato vere e proprie campagne d'odio contro chiunque fosse diverso», replica così, sicura e tagliente, Bellanova.

E aggiunge: «Elsa Fornero è una donna che rispetto, di cui talvolta non ho condiviso le posizioni, con cui ho avuto anche confronti parlamentari serrati ma che stimo e riconosco come interlocutrice. Il senatore Salvini chiedeva pieni poteri per portare il Paese non si sa dove, e nel frattempo disertava tutti i tavoli europei dove si assumevano le decisioni importanti, mettendo fuori gioco il nostro Paese. Non mi sembra un granché».

E ora che ha vinto questa battaglia, come si sente Bellanova?
«Come una che ha ancora tantissime sfide di fronte. Tra tutte il futuro dell'agricoltura e della filiera alimentare, che hanno confermato una strategicità che coincide con un pezzo non irrilevante, tutt'altro, dell'interesse nazionale. Quello vero, non quello a chiacchiere dei sovranisti. Comunque non è una battaglia che ho vinto da sola; da sola non vai da nessuna parte».

Ma non ha mai dubitato di farcela, nemmeno quando i Cinque Stelle si sono impuntati?
«È una delle ragioni che mi hanno portato a considerare questa una battaglia di vera e propria giustizia sociale che non ho mai dubitato», è la sua risposta pronta.

Sul futuro dei rapporti tra Italia Viva e Giuseppe Conte, però, la Ministra non si sbilancia: «Il governo va se fa ciò che serve al Paese e risponde come si deve alle difficoltà che tutti i corpi sociali stanno incontrando. L'enormità di quello con cui stiamo facendo i conti obbliga a un di più di responsabilità e capacità di interpretare il dopo. Non si improvvisa: è questo il punto che Italia viva ha sempre sollevato. La fase 2 è delicatissima, deciderà del futuro del Paese. Non ci sottrarremo alla responsabilità di incalzare tutte le volte necessarie, mettendo a disposizione le nostre proposte e senza paura di andare controcorrente».