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Bellanova: "Il premier sia super partes"

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Bellanova: "Il premier sia super partes";
intervista di Nando Santonastaso, il Mattino, 23 ottobre 2019

 

 

Ministro Teresa Bellanova, quanto inciderà la manovra sulla tenuta del governo? A giudicare dalle fibrillazioni di queste ore non c'è da stare allegri...
«A incidere non sarà la manovra ma la qualità dell'azione politica che saremo capaci di mettere in campo e dell'affidamento reciproco che come soggetti politici ci diamo. Per questo non mi stanco di dire: il nostro obiettivo prioritario è essere all'altezza delle domande del Paese e delle tante questioni irrisolte. Le fibrillazioni di queste ore sono quelle che accompagnano, direi fisiologicamente, la costruzione di un testo così complesso che deve, ripeto, dare risposte. Non drammatizzerei più di tanto».

Ma se Conte e Di Maio hanno fatto veramente pace, sembra che Renzi possa diventare più un peso che un alleato. Che ne pensa?
«Mi aspetto dal Presidente Conte ottimi rapporti con tutti e un convinto ruolo di super partes. Solo così può avocare a sé la qualità della sintesi. Matteo Renzi è il leader politico che ha creato le condizioni perché questo governo nascesse e nascesse con Conte presidente. Certo, è una maggioranza composita, proprio per questo il ruolo di Conte è delicato. Verrebbe da dire: meglio essere amico di tutti e compagno di nessuno».

Su quota 100 "Italia Viva" è stata chiara, fino a che punto questa vostra posizione può essere considerata strategica per voi e per il futuro del governo?
«Le battaglie non si fanno per la propria fortuna politica ma perché si crede in alcuni principi. In questo caso mettere al riparo chi rimane tagliato fuori, le categorie più deboli: donne, lavoratori agricoli, lavoratori edili, lavori usuranti. Chi è costretto a stare sui ponteggi anche a 67 anni, il carpentiere che non ha la continuità contributiva necessaria. Non per ledere il diritto di tutti alla pensione ma per stabilire un principio di equità: qui la coperta è stretta, chi usufruisce di quota 100 ha un reddito garantito, proviamo a guardare a chi ha lavorato ugualmente per anni ma questa garanzia non ce l'ha».

In concreto cosa avete intenzione di fare?
«Lavoreremo su una proposta in Parlamento. Sarà bocciata? Probabile. Ma non ci si può impedire di affermare un principio di elementare giustizia sociale».

Molti osservatori parlano di governo senza maggioranza...
«La maggioranza c'è, sono le forze politiche che la compongono. Pari dignità per tutti. È una regola basilare».

D'accordo, ma come sarà possibile arrivare al 2022 per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, come vorrebbe Renzi?
«Si arriva al 2022 e anche dopo con un'azione di governo rigorosa e seria, che guarda innanzitutto ai bisogni dei cittadini. C'è un pezzo rilevante di Paese che in questi ultimi tempi non ha avuto interlocuzioni ma che si è rimboccato le maniche e ha fatto andare avanti l'Italia. Se noi tutti abbiamo in testa prima questo Paese e poi le nostre fortune, il 2022 non è certo un problema».

Lei alla Leopolda è stata molto dura sul Pd, parlando di guerra interna, di "troppe bande armate". Se ne è pentita o no?
«Alla Leopolda il mio intervento è durato oltre 20 minuti e ha toccato molti temi. Mi sarebbe piaciuto che ci si soffermasse su questo. L'ultimo pezzo di ragionamento l'ho fatto sull'Ilva...».

Altro terreno di scontro nella maggioranza....
«Da viceministra al Mise sono stata inchiodata al Tavolo di trattativa per 32 incontri, perché dopo annidi connivenze e disattenzioni colpevoli si costruisse il rilancio del siderurgico e Taranto avesse diritto al futuro. Ho sempre lavorato e mi sono battuta senza tregua per tenere insieme ambiente, lavoro, salute. Perché a Taranto l'ambientalizzazione fosse una realtà e così la diversificazione produttiva. Ho detto: non un'altra Bagnoli. Alcuni degli attacchi più feroci li ho ricevuti dall'interno del Pd. Ancora oggi non so quale sia la loro posizione. Lei questa la definirebbe una passeggiata?»

La manovra ha lasciato deluse le imprese che non vogliono sentire parlare di nuove tasse, ha costretto il Pd ad accettare le manette per i grandi evasori e aperto nuovi dubbi anche all'Europa. Non è un grande inizio per il governo...
«Aver bloccato l'Iva ha significato un risparmio medio di 540 euro a famiglia, impedendo la débacle di famiglie, imprese, ceti più fragili. Le imprese non vogliono sentire parlare di nuove tasse e nemmeno noi di Italia Viva. Vanno rafforzati i meccanismi automatici perché le tasse le paghino tutti e possa emergere il sommerso. L'innovazione digitale è uno straordinario alleato. Non saranno le manette a portarci verso questo obiettivo ma un grande patto sociale con il Paese. Più giustizia fiscale non equivale a più tasse ma a più cittadini che le pagano».

Lei è nota per la sua passione civile e politica, oltre che per la coerenza. Come ha fatto a passare dalle critiche all'alleanza con i 5 Stelle?
«Non rinnego le critiche, che sono state sempre nel merito e sui provvedimenti. Per questo adesso con Italia Viva parliamo di alleanza di governo ma non strategica. Governare insieme non implica nessuna prospettiva politica. Questo governo nasce da un'emergenza democratica, con un signore che lanciava proclami il cui obiettivo era l'apertura di una crisi extraparlamentare, esattamente come mandare a picco il ruolo del Parlamento e la funzione democratica connessa. Se non è una scelta motivata da passione civile e politica questa...».