Infrastrutture

Bellanova e Paita: “Per le infrastrutture 17 miliardi sul tavolo”

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Articolo di Andrea Pira, "Milano Finanza", 22 gennaio 2022.

Tra appena una settimana e mezza sarà possibile tirare le prime somme sul dibattito pubblico per le grandi opere strategiche. Il 3 febbraio prossimo sarà consegnata la relazione sul ciclo di incontri iniziato lo scorso 6 dicembre sul progetto della circonvallazione ferroviaria di Trento. Un’infrastruttura da 961 milioni di euro coperti dalle risorse del Pnrr nonché la prima nell’ambito del Recovery e per la quale è stata avviata la procedura prevista dal codice degli appalti. Un percorso di confronto andato avanti attraverso undici tavoli tecnici, circa mille partecipanti, 53 contributi di discussione consegnati. 

«Un’infrastruttura che si inserisce nel quadro delle opere previste per il potenziamento della Fortezza-Verona con il quadruplicamento della stessa linea ferroviaria per un investimento previsto di circa 5 miliardi, per poter giungere a valorizzare a pieno le enormi potenzialità lungo il corridoio Scandinavo-Mediterraneo e quanto questo significa per la continuità territoriale e le relazioni tra nord e sud dell’Europa», sottolineava la viceministra delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Teresa Bellanova in occasione della presentazione dell’iniziativa, la seconda a norma di legge dopo quello che ha interessato la Diga foranea del Porto di Genova. 

«Ed è evidente che, a maggior ragione per opere strategiche di forte rilevanza e interesse nazionale come questa, l’informazione e la sensibilizzazione rappresentano una condizione essenziale per garantire un pieno coinvolgimento delle popolazioni e per ricevere suggerimenti e proposte finalizzati a migliorare e ottimizzare lo stesso iter progettuale e realizzativo. Una dinamica ottimale perché le opere possano garantire pienamente quel valore aggiunto per lo sviluppo territoriale che è uno dei risultati attesi», ha sottolineato ancora. 

Introdotto nel 2016 con il nuovo codice dei contratti pubblici, mutuando l’Istituto francese del Débat Public, attivo già dalla metà degli anni `90, lo strumento per confrontarsi con i cittadini e i soggetti interessati allo sviluppo delle opere si sta rafforzando anche nella penisola, dopo alcune sperimentazioni su progetti di grande scala, ad esempio nel 2009 per la Gronda di Genova. Dal Trentino alla Sicilia sono almeno nove le opere interessate. Mercoledì 19 gennaio è partito il dibattito sulla Garganica, indetto da Anas. 

Un progetto da circa 500 milioni del quale i progettisti hanno illustrato l’itinerario 1 tra Vico del Gargano e lo svincolo di Peschici, per il quale la società della strade guidata da Aldo Isi ha messo in campo quattro diverse soluzioni. Pochi giorni prima, il 14 gennaio, era stato avviato il procedimento per altre due opere, entrambe finanziate attraverso il Pnrr. La prima è il Lotto la Battipaglia-Romagnano della nuova linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria e dell’interconnessione con la linea esistente Battipaglia-Potenza. Una parte dei progetti su questa linea interessate da dibattito e che in totale cubano 11,3 miliardi di euro. Quanto alla seconda infrastruttura si tratta del raddoppio tra Genga e Serra San Quirico sulla linea Orte-Falconara (464 milioni). 

«Un confronto trasparente e costruttivo con i territori è fondamentale per arrivare a soluzioni condivise in tempi brevi e certi», spiega a MF-Milano Finanza, Vera Fiorani, amministratrice delegata di Rfi. «Quella del dibattito pubblico si sta rivelando un’esperienza positiva e soprattutto un’occasione per consentire a stakeholder e collettività di contribuire affinché l’opera si realizzi nel modo migliore. Le proposte portate dalle persone che vivono e conoscono i territori interessati possono aiutare ad arricchire le scelte progettuali o a far emergere possibili criticità, permettendoci di prendere decisioni consapevoli e condivise». 

In totale ammonta a circa 14,3 miliardi il valore delle opere Rfi oggi coinvolte dallo strumento che lo saranno. Oltre a quelle già citate ci sono i raddoppi Manoppello-Interporto d`Abruzzo e Scafa Manoppello sulla Roma-Pescara (720 milioni), il quadruplicamento della linea Tortona-Voghera (700 milioni) e il completamento dell’anello ferroviario di Roma con 233 milioni. Queste ultime due non finanziate con il Recovery. E vale 400 milioni il progetto Anas sulla Adriatica di una variante alla SS 16 del tratto compreso tra Bari-Mungivacca e Mola di Bari. 

Il 2022 «si annuncia come l’anno di una svolta epocale: trascorsi più di tre anni dall’entrata in vigore della legge sul dibattito pubblico, si è dato finalmente avvio ad una sperimentazione senza precedenti. E l’occasione per il Paese di migliorare il modo in cui le opere pubbliche sono progettate, di renderle utili, snelle e condivise a partire dall’ascolto dei cittadini e con il supporto essenziale di uno sforzo di comunicazione integrata con il territorio», spiega Iolanda Romano, socia fondatrice di Avventura Urbana, società di Torino con 30 anni di esperienza nei processi partecipativi, che nell’ultimo anno ha stretto un’alleanza strategica con Comin & Partners, consultancy romana della comunicazione istituzionale, «Occorre però fare attenzione: come per tutte le attività economiche in espansione anche in questo campo si intravede un rischio, che è quello dell’improvvisazione. I percorsi di ascolto e condivisione, va ricordato, sono anzitutto basati sulla professionalità e autorevolezza delle figure, terze e indipendenti, che sono chiamate a gestirli e a garantirne il corretto svolgimento». 

Il dibattito pubblico «può essere uno strumento utile, ma una volta individuati modi e tempi certi occorre capacità decisionale», sottolinea invece la deputata di Italia Viva, Raffaella Paita, presidente della commissione Trasporti della Camera. «In questo senso», aggiunge, «l’esempio del Ponte sullo stretto è significativo. C’è una discussione in corso da decenni, sono stati svolti studi tecnici a favore, tuttavia il ministro Giovannini ha affidato a Rfi uno studio di fattibilità che prevede l’ipotesi di un’opera a una sola campata, a più campate e addirittura l’opzione zero, ossia la non realizzazione dell’opera. Un’opzione che non serve». 

Per Paita il discorso è però più ampio ed emerge anche dal dossier delle 102 opere strategiche finite sotto commissariamento per accelerarne al realizzazione. «Proprio grazie ai poteri che sono stati affidati per legge ai commissari ci sono stati progressi nelle tempistiche. Serve tuttavia un più puntuale monitoraggio del ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, dove la viceministra Bellanova si sta muovendo in modo egregio sulle ferrovie, e sollecitare il ministero della Transizione ecologica per quanto gli compete. Alcune opere sono inoltre bloccate per le autorizzazioni Via. Inaccettabile considerate la semplificazione adottata per le opere del Pnrr, ma che, in modo assurdo, non vale per i commissari. Servirebbe dare omogeneità al sistema. Il secondo problema è dato dalla burocrazia al Mite», sottolinea ancora l’esponente di Iv. «Le procedure farraginose sono oggettivamente un problema. Mentre il ministro Giovannini procede alla stesura di un terzo elenco di opere da commissariare sarebbe utile capire cosa succede a quelle già commissariate».