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Bellanova: "Mettiamo fine a questa agonia, tocca a chi può dare discontinuità"

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Estratto dell'intervista di Barbara Jerkov, "Il Messaggero", 09 gennaio 2021.

 

Allora ministra Bellanova, dopo questa riunione sul Piano Gualtieri per il Recovery ha deciso di dimettersi?

 

«Le dico cosa ho detto nel corso della capidelegazione: andare quanto prima in Cdm e approvare il Piano. Non siamo mai stati e non saremo noi a bloccarlo. Ed è vergognoso che, a riunione ancora in corso, ci sia chi con lo squallido metodo delle veline ci addebita ritardi e rinvii. Finché ci sarà lo spazio per migliorarlo lo faremo. Ma se il Piano puntuale non dovesse arrivare almeno 24 ore prima del Cdm, allora evitassero di convocarmi.

Resta fermo il giudizio complessivo, il vulnus sul metodo e merito che la sua domanda tradisce perfettamente. Quel Piano non è di Conte, né di Gualtieri, né di Bellanova. È il Piano strategico di un Paese che si rimette in marcia affrontando, una per una, tutte le criticità che lo tengono bloccato e lo bloccavano anche prima dell'emergenza Covid. Per questo nel presentare i rilievi lo scorso 30 dicembre abbiamo detto: attenti, questo è il documento più importante della legislatura, ha bisogno di una visione, e non possiamo né vogliamo essere complici di un imperdonabile spreco di denaro pubblico.

Noi ritardare? Ma se è stata Italia Viva a chiedere, nel luglio scorso, una sessione parlamentare ad hoc sui progetti del Recovery, perché non si tirassero fuori dai cassetti all'ultimo momento progetti solo per coprire carenze e buchi, e magari liberare risorse ordinarie».

 

Una componente importante della maggioranza come M5S ha sempre detto che per loro il Mes è inaccettabile. Che senso ha insistere a chiederlo se non per far saltare il tavolo?

 

«Il Mes serve al Paese e ai cittadini che hanno diritto ad una sanità che funzioni. Se tutto questo per i 5Stelle vale meno di un feticcio ideologico è un problema loro. Lo risolveranno, se ritengono, nelle sedi adeguate. Certo, non può essere il cappio attraverso cui tengono in ostaggio una maggioranza e un intero Paese. Più volte abbiamo detto che le leadership si esercitano, soprattutto se i temi sono complessi. Prendere il Mes significa disporre di una mole di risorse importanti per la qualità del sistema sanitario e allo stesso tempo poterne liberare altre. Non è un gioco a somma zero».

 

In molti affermano che Renzi non voglia in alcun caso proseguire con Conte premier. È vero, intendo, che per Iv ormai sia tardi anche per un Conte ter?

 

«Non abbiamo mai fatto né una questione personale, né tantomeno di nomi, si figuri ora. A noi va bene chiunque sarà in grado di garantire quella discontinuità che chiediamo ormai da mesi. Se è lo stesso Conte, o qualcun altro, esito di una nuova sintesi tra le forze di maggioranza, tutto sommato poco cambia rispetto all'enorme posta che è in gioco. Saggio sarebbe se invece di restare asserragliato nella sua torre d'avorio il Presidente del Consiglio prendesse atto che questa esperienza di governo è conclusa e provasse a capire se si è in grado, tutti quanti e a partire da lui, di riscrivere un nuovo patto di governo.

Faccio solo un esempio: se per discutere delle riaperture delle scuole, esigenza che il Paese ha da marzo, tu fai un Cdm che inizia alle 21 e va avanti fino all'1 di notte e l'unica cosa di cui discuti è se aprire il 7 o 1'11 gennaio, invece di delineare una strategia complessiva che va dai trasporti ai tracciamenti costanti, alle vaccinazioni per il personale docente e non docente, alla messa a punto della logistica più complessiva, io credo lo capiscano anche i bambini che è ormai questa è un'esperienza consunta e che a questa agonia bisogna mettere fine»