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Bellanova: "Manovra, grazie a noi un testo più equo"

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Intervista alla ministra delle Politiche agricole. 
Intervista di Maria Teresa Meli, Corriere della Sera, 17 ottobre 2019 

Ministra Bellanova, la manovra la soddisfa?
«E stato il primo banco di prova vero della nostra capacità di tenuta e sintesi. In un caso e nell'altro lo trovo un risultato accettabile». 

Che avete ottenuto voi di Italia viva?
«L'Iva è un pezzo del patto fondativo di governo. Il Family act prende forma: più 600 milioni per le famiglie, asili nido, sette giorni di permesso di congedo per i padri. Le famiglie si tutelano così, perché non si debba scegliere tra fare figli e lavorare. Soddisfatta anche perché rimettiamo al centro dell'Agenda l'agricoltura. Irpef agricola, fondo di solidarietà per l'emergenza cimice asiatica, sostegno ai giovani e alle donne. Le nostre priorità sono chiare: crescita e inclusione, qualità territoriale fisica e sociale. Sono quelle del governo Renzi e hanno funzionato. Abbiamo aiutato la maggioranza a costruire una manovra più equa, Non è poco».

Quali punti non la convincono?
«Siamo una maggioranza composita, la sintesi è un lavoro. La sobrietà nelle dichiarazioni preziosa. Quanto a quota ioo, l'ho sempre considerata una misura inopportuna, senza togliere a nessuno il diritto alla pensione. Non è strutturale, è a tempo e per pochi. Non considera i lavori usuranti, discrimina i lavoratori e sottrae, in una situazione in cui la coperta è stretta, risorse a migliaia di giovani e famiglie. Per questo abbiamo proposto di investire quelle risorse su famiglie, giovani, chi il lavoro lo cerca e se fossero destinate alla crescita lo potrebbe trovare, chi difficilmente avrà una pensione perché non l'ha maturata nonostante anni di lavoro».

Che avreste voluto voi che invece nella manovra non c'è?
«Non ho fatto il gioco del più uno prima, non lo faccio adesso. Questo governo è nato per fare l'interesse del Paese. Per mesi ci siamo sentiti dire che venivano prima gli italiani ma l'Italia era in sofferenza ed era sparita dai radar europei con un vicepremier che preferiva le spiagge collocandosi in missione dal Senato. L'interesse nazionale è cosa maledettamente seria che qualcuno ha ridotto ad avanspettacolo».

Proporrete degli emendamenti?
«I nostri gruppi parlamentari sicuramente saranno in grado di avanzare proposte di qualità».

E' stato più facile trovare un'intesa con M5S o con il Pd?
«Io parlo con tutti. Mi irrito quanto i pregiudizi precedono il merito. Per esempio: Marattin è stato capogruppo in commissione Bilancio per il Pd, dice quello che ha sempre detto. Che senso ha contestarlo adesso? Se è proprio necessario, il conflitto esercitiamolo solo se è utile al Paese».

Conte vuole norme anti evasione intransigenti.
«Il deterrente non sono né le manette né l'entità della pena. La confisca dei patrimoni alla criminalità mafiosa dice cos'è che fa male. Chi utilizzava il contante continuerà a farlo. fatturazione elettronica l'abbiamo fatta noi, e ha permesso a questa manovra qualche agio in più. Alle manette preferisco la semplificazione, la sburocratizzazione, un patto sociale con il Paese. Se lo sai mantenere, funziona meglio e di più». 

Ieri si è insediato il Tavolo inter-istituzionale sul caporalato.
«Con le ministre Catalfo e Lamorgese. L'obiettivo è sconfiggere il caporalato per liberare lavoratori e imprese. Rafforzare la Rete del lavoro agricolo di qualità. Anche così l'agricoltura diviene un pezzo del futuro del Paese».