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Bellanova: "Ilva, noi di Italia Viva difendiamo i lavoratori"

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intervista alla Ministra delle Politiche Agricole, di Maria Teresa Meli, Corriere della Sera, 8 novembre 2019 

Ministra Teresa Bellanova, il governo Conte rischia veramente la crisi sulla questione Ilva?
«Io spero che tutti recuperino un sano comportamento di coerenza e di rispetto perché quando si parla di Ilva si parla di ventimila persone, di lavoratori che portano a casa lo stipendio, di centinaia di piccole e medie imprese che hanno alle loro dipendenze altri lavoratori. Io credo che il problema sia affrontare la crisi dell'Ilva, non quello di creare una crisi di governo».

Intanto il Movimento 5 Stelle ha frenato sullo scudo penale. Difficile reintrodurlo ora...
«Il governo ha il dovere di non dare pretesti a ArcelorMittal. Quando questo gruppo ha partecipato al bando sapeva che in Italia la norma prevedeva anche lo scudo penale che era stata richiesto dai commissari perché non riuscivano a trovare persone che potessero lavorare laddove c'era inquinamento, perché l'Ilva era ed è un impianto posto sotto sequestro giudiziario con facoltà d'uso e con il vincolo di risanare e rispettare il piano ambientale. Se tu togli quella norma, col governo precedente, quindi contratti con l'azienda e la rimetti e adesso la ritogli dai il pretesto a Mittal di coprire le sue deficienze. Qui stiamo parlando del futuro produttivo e industriale di una filiera, quella dell'acciaio, che è fondamentale per la competitività del nostro Paese, oltre che di decine di migliaia di posti di lavoro e di una importante città del Mezzogiorno, che è stata stuprata. La dismissione industriale non comporterà un risanamento ambientale, che invece è doveroso. Allora questo merita o no uno sforzo in più da parte di tutti i componenti del governo? E io chiamerei all'impegno anche l'opposizione perché stiamo parlando di una questione che riguarda il futuro del Paese».

Intanto la politica sembra continuare a litigare come se nulla fosse.
«La politica e pezzi delle istituzioni. In tanti si stanno esercitando chi a fare i difensori di Mittal, chi a fare il difensore della cordata che si contrapponeva a Mittal: noi di Iv non siamo i difensori degli investitori ma dei lavoratori».

Per pezzi delle istituzioni intende forse il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano?
«Parlo di tutti quelli che ragionano sulla base dell'ultimo applauso che ricevono. A Taranto c'è una bomba sociale e tanti parlano a vanvera di cose che non conoscono e che non vogliono conoscere perché in Italia per alcuni è complicato studiare».

C'è chi, come il ministro per le Autonomie regionali Francesco Boccia, ipotizza l'arrivo di un commissario al posto di ArçelorMittal: cosa ne pensa? È d'accordo con questa impostazione?
«Io non darei a Mittal pretesti per scaricarsi dalle proprie responsabilità. In quel piano si parla di investimenti per 4 miliardi e 300 milioni di euro. C'è un commissario che può arrivare con questa dote finanziaria, che peraltro non so chi dovrebbe mettere a disposizione? Se non c'è un'alternativa stiamo parlando di cose non sostenibili ma sono pronta a discuterne se mi dicono che esiste un'altra soluzione. Quello che non vorrei è che questa diventasse una vicenda giudiziaria. Tutti quelli che hanno responsabilità politiche e istituzionali lo tengano a mente. Un impianto industriale fermo in attesa di avere un responso per le vie giudiziarie equivale a lasciare senza lavoro migliaia di persone. Per inciso, vorrei ricordare a tutti che questo significherà garantire a migliaia di lavoratori cassa integrazione straordinaria e integrazione salariale, quest'ultima a carico della fiscalità generale».

Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha proposto un patto a Italia Viva: dovrete concordare gli emendamenti alla manovra economica con gli alleati. Insomma, niente più uscite in solitaria. Sennò c'è il rischio che il governo non regga.
«Abbiamo fatto una legge di bilancio che ha un impianto assolutamente positivo, ma ci sono delle questioni che vanno modificate e non si possono scambiare le proposte per ricatti. Lavoriamo pure insieme ma facciamo proposte utili e concrete. Invece, da alcune parti, non parlo di Franceschini ma di autorevoli rappresentanti del partito di Franceschini, vedo una corsa a voler andare al voto. Non si possono usare come minaccia le elezioni. Se qualcuno ha fretta di far arrivare Salvini con i pieni poteri al governo si assumerà le sue responsabilità, sicuramente noi non ci prestiamo a questo».