L’intervista di Alessandra Lupo, Nuovo Quotidiano di Puglia, 14 agosto 2022
Teresa Bellanova, lei è copresidente di Italia Viva insieme con Ettore Rosato. Nei giorni scorsi avete depositato il simbolo del Terzo polo, che nasce in un momento politico molto particolare. Crede che riuscirà a intercettare le istanze che rischiano di restare schiacciate nelle logiche interne degli avversari?
«È il nostro obiettivo. Parlare e convincere quel pezzo straordinariamente importante del Paese che rischia di essere del tutto ignorato e non rappresentato da due schieramenti che, bene che vada, sono destinati a replicare l’eterna rappresentazione del sempre uguale, cercando costantemente la quadra all’interno. Politiche industriali e politiche attive del lavoro, formazione e nuove generazioni, continuità territoriale e inclusione sociale, dissesto idrogeologico e cura del territorio, riforma fiscale, crisi energetica e crisi internazionale: di questo nessuno parla. E sì che chi si candida ad essere classe dirigente qualche idea dovrebbe averla. Noi parliamo a chi avverte maledettamente il bisogno di tutto questo, e crede necessario avere come riferimento il metodo di lavoro di Mario Draghi: competenza, autorevolezza, serietà, sobrietà».
Ieri Renzi ha parlato di riformismo pragmatico. Su che basi si potrà attuare?
«Faccio degli esempi. Nel Governo Renzi non ci siamo limitati a dire che bisognava promuovere l’innovazione nelle imprese: abbiamo fatto Industria 4.0. Conte-Salvini-DiMaio l’hanno smantellata. Non ci siamo limitati a dire che bisognava contrastare il dissesto idrogeologico, abbiamo messo in campo la Struttura di Missione Italia Sicura con risultati straordinari. Conte-Salvini l’hanno smantellata. Non ci siamo limitati a dire che un nuovo welfare era essenziale, abbiamo fatto la Riforma del terzo settore. Non ci siamo limitati a dire che il caporalato in agricoltura era una piaga: abbiamo fatto la norma, che nel Governo Conte-Salvini qualcuno voleva subito correggere. Persino quando con il Governo giallo-rosso parlavamo di miliardi di investimenti bloccati con decine di cantieri fermi, siamo stati presi in giro. Poi con Italia Shock e la nomina dei Commissari tutti hanno scoperto che avevamo ragione noi. Ecco, il riformismo pragmatico è questo».
Azione e Italia Viva hanno inserito nel simbolo del Terzo Polo il riferimento a Renew Europe, il gruppo liberale al Parlamento Europeo di cui entrambi i partiti fanno parte.
«È il punto di arrivo già presente nel simbolo che abbiamo presentato. Un soggetto politico europeo protagonista del radicale rinnovamento europeo annunciato dal Next Generation Eu».
Renzi ha annunciato che la sua campagna elettorale partirà dal Salento.
«Ne sono oltremodo orgogliosa. In questi mesi ce lo eravamo ripetuti spesso, perché entrambi portiamo ancora addosso le ferite di battaglie, da Ilva a Tap solo per citarne alcune, fatte nell’esclusivo interesse del Paese come oggi tutti certificano. Saremo a Melendugno, su un litorale anche quest’anno Bandiera blu e dove nulla della bellezza dei luoghi è stato distrutto o intaccato. Sono stata accusata di essere al soldo delle lobby dei petrolieri, di voler stuprare il territorio. Contro Tap parlavano sia da destra che da sinistra, populisti e sovranisti. Adesso, tutti a dire che quell’opera è strategica. È abbastanza significativo, non crede?».
Tap, ma anche xylella e Ilva saranno al centro del vostro impegno. Da cosa intendete partire?
«Prenda la xylella. Con il Governo Renzi, ministro Martina, avevamo dichiarato lo stato di emergenza nazionale, nominando un Commissario. Sappiamo come è andata, tra chi si abbracciava agli alberi da espiantare, chi gridava al complotto, chi impediva,con soddisfatte dichiarazioni, il lavoro di Silletti e della scienza. Arrivata al Ministero delle Politiche agricole, come primissima cosa ho dato corso al Piano straordinario di rigenerazione del paesaggio olivicolo del Salento e della Puglia, con una dotazione di 300 milioni rimasta nei mesi precedenti lettera morta. Al Programma abbiamo affiancato i Contratti di Distretto xylella. Se tutti, prima e dopo, avessero avuto la stessa determinazione, molte cose sarebbero andate diversamente. Così su Ilva: non mi rassegno all’impossibilità di tenere insieme ambiente, salute, lavoro. Da viceministra dello Sviluppo Economico ho lottato fino all’ultimo perché l’Accordo su Ilva costruito nei mesi di trattativa, il migliore possibile ancora oggi, fosse sottoscritto. Quello che è successo in seguito, a partire da Di Maio con il governo Conte-Salvini, è l’esatto contrario di cosa può e deve significare una politica industriale, la salvaguardia dell’interesse nazionale, la tutela ambientale e della salute e anche la competizione globale di un sistema-Paese».
Si candiderà in un collegio toscano come si dice?
«I “si dice” lasciano il tempo che trovano. Ci siamo dati un calendario: accordo, simbolo, programma, liste. Le candidature le decideremo nelle prossime ore».
Ci sono stati una serie di contatti interessanti in Puglia, sia con ex parlamentari sia con esponenti della società civile.
«In Puglia e in tutte le regioni è in atto da tempo un lavoro di tessitura e confronto che sono sicura darà i suoi frutti. È un percorso organizzativo paziente, prezioso e delicato che vede come frontrunner il copresidente EttoreRosato, considerati i ruoli impegnativi che mi hanno vista coinvolta nel Governo del Paese».
Lei ha recentemente detto che in qualsiasi luogo sarà candidata il suo impegno per una nuova classe dirigente in Puglia non si ferma: a cosa si riferisce?
«La Puglia ha bisogno di un profondo rinnovamento delle sue classi dirigenti, una riossigenazione del tessuto politico capace di modificare in profondità la relazione tra chi governa e la cosa pubblica. Trasformismo, populismo e una devastante disinvoltura, sono stati purtroppo la regola numero uno di chi ha guidato il governo della Puglia. È tempo di una classe dirigente giovane e competente, distante anni luce da queste logiche».