Bellanova: «Il ritardo rischia di essere irreparabile. Povertà e fame non sono mali minori»

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Intervista a Teresa Bellanova per il Corriere della Sera del 19/04/2020 di M. Guerzoni

«Il ritardo rischia di essere irreparabile Povertà e fame non sono mali minori»  «Scontiamo un ritardo che rischia di essere irreparabile».

Teresa Bellanova, non condivide la cautela sull`avvio della fase 2?
«Una nuova organizzazione del lavoro, dei trasporti e della socialità non si organizza in poche settimane - avverte la ministra dell`Agricoltura, capo delegazione di Italia viva -. Non ne faccio una questione di calendario, ma di metodo».

Cosa avrebbe fatto lei?
«Avrei investito risorse per rendere sicuri i luoghi di lavoro, piuttosto che per mantenere chiuse le aziende. E destinato risorse alla riduzione del rischio nella mobilità, piuttosto che per tenere le persone a casa. Purtroppo il problema del virus lo avremo almeno fino a quando non ci sarà il vaccino».

È sbagliato mettere la salute davanti al Pil?
«Salute è un termine ampio. Non c`è solo l`aspetto sanitario, che pure è determinante. C`è anche il come si mette in sicurezza il Paese dal punto di vista occupazionale ed economico. Ci sono intere fasce sociali che sono andate in forte sofferenza. Il rischio fame è serissimo e anche quello di nuove povertà. Non li considero mali minori».

Cosa si può riaprire in sicurezza il 4 maggio?
«Riaprire a Bergamo non è la stessa cosa che riaprire a Potenza. Devi valutare l`impatto del virus nei vari territori e anche nell`organizzazione delle filiere. L`elenco dei codici Ateco ha mandato in confusione interi settori. Chi dice che le macchine agricole non sono necessarie, non sa cos`è l`agricoltura, e non sa cos`è la filiera alimentare. Ma il danno che si è prodotto è enorme».

Conte sperava di poter allentare qualche misura già intorno al 20 aprile. Ormai è un miraggio?
«Io spero ancora che sia possibile. Nel manifatturiero, come nelle costruzioni, ci sono molte imprese pronte a riaprire in sicurezza. Penso al settore delle macchine agricole, al made in Italy, alla moda, al tessile. E penso ai cantieri edili bloccati nelle scuole. Perché non riaprirli subito, così che a settembre gli studenti possano trovare gli edifici a posto?».

E intanto frutta e verdura marciscono nei campi...
«Le aziende lamentano una carenza tra i 270 mila e i 350 mila lavoratori stagionali per le prossime campagne di raccolta di frutta e ortaggi. C`è bisogno di una quantità enorme di manodopera che non c`è. Non è pensabile lasciare marcire i raccolti nei campi, mentre le persone più fragili hanno bisogno di cibo».

E urgente regolarizzare gli immigrati, come ora riconosce anche Minniti?
«Non chiedo un diritto di maternità, ma da anni dico che bisogna fare i conti con il caporalato e il lavoro nero, ben prima di questo maledetto virus. Ora più che mai non è l`Italia che fa un favore agli immigrati, è che ha bisogno di manodopera aggiuntiva».

È anche un questione di salute pubblica?
«Migliaia di irregolari che vivono nei ghetti, lavorando in nero hanno acquisito professionalità. Non solo sono necessari nei campi, ma se non messi in regola possono diventare un grosso problema per la loro salute e per la salute degli italiani. E ricordo che nelle nostre case ci sono tante persone, colf e badanti, che si stanno prendendo cura dei nostri genitori e dei nostri figli. Le regolarizziamo, oppure per un approccio ideologico le lasciamo in nero?».