Intervista di Barbara Jerkov, Il Messaggero, 31 gennaio 2021
Dunque, senatrice Bellanova, i 5Stelle sono andati da Mattarella a dire "avanti" con Italia Viva. Una bella svolta dopo i "mai più con Renzi" dei giorni passati.
«La considero una presa d'atto dell`impegno, della responsabilità e della lealtà che ha caratterizzato il nostro lavoro al governo. Si condivide quanto abbiamo chiesto per mesi: metodo e merito, confronto sulle priorità, patto di fine legislatura con obiettivi chiari».
Torna il contratto, ma con la Lega non è che abbia garantito granché stabilità...
«Non è questione di formule ma di sostanza. Le priorità su cui convergere sono quelle del Paese. Va garantita la qualità di questo presente e il futuro delle nuove generazioni, non il destino e l`interesse delle singole forze politiche».
M5S rischia di spaccarsi su Iv: l`esplorazione di Fico procede in salita?
«Non giudico quanto accade in casa d`altri. In un partito si ritrovano sensibilità diverse; la coabitazione ha valore se è un arricchimento, non una camicia di forza. E il lavoro di sintesi è complesso. Quanto al resto, lo abbiamo detto stasera: se si sta ai punti indicati dal presidente Mattarella, ponendo fin da subito al centro del confronto le priorità che vanno affrontate, il lavoro da fare sarà enorme e fortemente impegnativo ma non impossibile».
Crede davvero alla possibilità di un rilancio della maggioranza del Conte bis?
«Credo a quel perimetro ma non escludo la possibilità di un allargamento se ce ne sono le condizioni. Per questo serve confrontarsi e discutere nel merito. Non serve unanimismo di facciata ma ricerca convinta del migliore punto di caduta. E lealtà. Come quella di Italia Viva nell`ultimo Cdm a cui abbiamo partecipato dove, pur considerando il lavoro sul Recovery ancora insoddisfacente, come adesso emerge nelle audizioni informali in corso, nei rilievi del Centro Studi di Camera e Senato oltre che nei richiami del Commissario Gentiloni, ci siamo astenuti perché il Piano potesse essere approvato e approdare in Parlamento. Ogni volta che ci siamo impuntanti è stato su questioni rilevantissime. Lasciamo stare i caratteri, si parta dai temi vitali e decisivi per il Paese. E` solo questo che ci interessa».
Tra Renzi e Conte, e viceversa, sono volate parole grosse... Possibile dimenticarsene e tornare a collaborare con Conte premier?
«Noi mettiamo al centro il merito. In palio non c`è il premio simpatia ma qualcosa di molto più serio: i prossimi 10 anni in questo Paese. Verifico che noi non siamo stati asfaltati e finalmente parliamo di contenuti».
Ma quali sono le condizioni di Italia Viva per questo patto scritto di cui ha parlato Renzi?
«Le indichiamo da mesi: Recovery, Piano vaccinale, Piano strategico per la Sanità, lavoro, investimenti, cantieri, scuola, formazione, nuove generazioni, donne, Mezzogiorno. E un vero e ambizioso piano di riforma della pubblica amministrazione, che deve essere la spina dorsale nell`attuazione del Recovery e nel rilancio del Paese».
E se queste risposte non arrivassero? Qual è l`alternativa?
«Noi lavoreremo perché ci siano».
Anche dal centrodestra c`è chi, come ieri Carfagna al nostro giornale, evoca il nome di Mario Draghi. Crede davvero potrebbe nascere un esecutivo con Draghi magari al Tesoro come fu con Ciampi?
«L`ex presidente della Bce e una personalità di straordinaria competenza e forte prestigio internazionale. Determinare tutte le condizioni perché il Paese possa contare sul suo apporto dovrebbe essere interesse di tutti».
Il centrodestra al Quirinale non ha chiuso a nessuna possibilità. Per lei non sarebbe un problema ritrovarsi per ipotesi nello stesso governo con Salvini?
«Il perimetro della futura coalizione per noi non può che essere riformista. Di più: la forte discontinuità che auspichiamo punta a rafforzare il profilo e l`azione riformista ed europeista. Noi, lo rivendico con fierezza, abbiamo dato vita al governo uscente per difendere la posizione europeista dell`Italia e impedire a Salvini i pieni poteri. Italia Viva si è battuta dal primo momento per cancellare i decreti sicurezza. Abbiamo combattuto per una norma che consentisse l`emersione dall`invisibilità a migliaia di persone straniere e anche italiane e condizioni di esistenza degne. Quando era al governo Salvini ha alimentato una narrazione indecorosa sulla pacchia, quale?, delle donne e degli uomini migranti. Io assumo il monito che ci ha consegnato quell`adolescente scomparso nel Mediterraneo, che sognava di arrivare in Europa con la pagella cucita nella giacca, la sua sola ricchezza».