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Bellanova: “Con noi il vero voto di centrosinistra. Dalle elezioni nessun effetto sul governo”

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Intervista di Francesco Gioffredi, "Nuovo Quotidiano di Puglia", 14 settembre 2020. 

Teresa Bellanova, ministro dell'Agricoltura e capodelegazione Italia Viva, andiamo dritti al punto: in Puglia, candidando Scalfarotto, volete far vincere la destra.
"Ma per favore... Qualsiasi coalizione alternativa ad Emiliano può far vincere il centrodestra. Si chiama democrazia ed è indicativo che in Puglia la democrazia sia diventata il bersaglio preferito di Emiliano. Evidentemente quando uno è stato governatore, assessore alla Sanità e all'Agricoltura, monarca assoluto, non ha molta voglia di essere giudicato dagli elettori per le macerie che lascia sul campo. Per questo, e a maggior ragione, quello per Scalfarotto è l'autentico voto per il centrosinistra».

Renzi e Calenda lo hanno ribadito: per voi, Fitto ed Emiliano sono la stessa cosa. Un po' troppo semplicistico?
«Due facce della stessa medaglia: populismo e sovranismo si tengono. A Fitto i cittadini pugliesi hanno già detto "no" nel giugno del 2005. Per Emiliano l'elenco del disastro richiederebbe molto tempo. Compresi pezzi di notabilato provenienti dal centrodestra che proprio lui ha imbarcato negli inni esclusivamente per puntellare se stesso. D'altra parte è uno che non trova nulla di strano ad essere votato dal sindaco di Nardò Pippi Mellone e da Casapound. Di tutte le persone che ho incontrato in questi mesi non ne ho trovata una disposta a dirmi "ha governato bene". Ma molti, tra gli amministratori, hanno aggiunto "però non lo posso dire". Ecco, se c'è qualcosa di veramente inquietante è questo tenere in scacco le persone, togliendo loro la libertà di scegliere».

Renzi ha detto che con Bellanova candidata il centrosinistra unito avrebbe vinto senza problemi. Perché non è scesa in campo, anche solo con lv, Azione e +Europa?
«Né io né Renzi abbiamo mai fatto questioni di nomi Piuttosto abbiamo sempre chiesto al Pd di liberare il campo da qualsiasi nome, ipoteca, ricatto politico, per costruire una coalizione vera e non solo di sigle, ampia inclusiva, che avesse al centro un progetto per la Puglia e non il destino di un signore che probabilmente non vuole tornare al suo lavoro di un tempo. Adesso quel progetto c'è, lo incarna Ivan Scalfarotto».

Che risultato vi aspettate da Scalfarotto? La sfida è difficile, rischiate di non uscirne bene.
«È difficile, certo, ma io dico che, anche a prescindere dal risultato, Italia Viva, + Europa e Azione con Scalfarotto hanno già vinto. Abbiamo dimostrato che un'alternativa riformista a Emiliano, Fitto e M5s è possibile, basta avere il coraggio dimetterla In campo. Lo dico anche a quella parte del Pd che non è rassegnata a farsi strangolare da Emiliano. Noi siamo la casa dei riformisti. L'unico voto utile è questo».

Dalla Puglia può partire la scintilla per una coalizione riformista formata da Iv, Azione e +Europa?
«Rispondo con un'altra domanda: e se ormai i contenuti fossero più importanti dei contenitori?».

Emiliano dice che la xylella è ferma da quando c'è lui, e che la colpa del disastro è del governo Renzi.
«Emiliano in questi 5 anni ha detto tutto e il contrario di tutto e comunque sono i dati, in centinaia di ettari, a smentirlo. Dal 2015 ad ora la xylella ha devastato oltre 370mila ettari di uliveti salentini. Erano 230mila ettari nel 2015, sono diventati 600mila. Per inciso, ricordo quanto ho dovuto combattere per difendere le misure nel Piano per la rigenerazione olivicola destinate alla ricerca e che la Regione riteneva superflue e informo che, ad oggi, la Regione tiene ancora bloccato il ministero su quelle destinate agli espianti. Ma c'è un immagine che ho ancora negli occhi».

Quale?
«Emiliano seduto al tavolo dove i lavoratori di Sanità Service firmano i contratti: indecente. Il lavoro è un diritto, non un favore».

Dalla Puglia possono passare i destini nazionali: se vince il centrodestra, il governo rischia di cadere.
«Le elezioni decideranno il destino della Puglia nei prossimi 5 anni e già questo è un giro di chiglia delicatissimo. Domenica e lunedì si eleggono i governatori regionali, non il governo nazionale».

Italia Viva sembra sempre più un "corpo estraneo" rispetto al governo giallorosso, o perlomeno rispetto all'asse Pd-M5s. Fino a quando durerà questa strana alleanza?
«Dura se fa cose utili per il Paese. Aver portato a casa oltre 200 miliardi di risorse per il Piano nazionale rilancio e resilienza non mi sembra un risultato da poco. Dubito molto che i pieni poteri a Salvini avrebbero prodotto lo stesso risultato. E tremo all'idea che avrebbe potuto essere Salvini a gestire l'emergenza Covid».

Il referendum è un altro spartiacque: voterà "no"? Sarebbe un'ulteriore differenza sostanziale con Pd e M5s.
«Non è interessante quello che voterò io. E mi pare che nel Pd la posizione non sia poi così granitica. Quello che serve seriamente al Paese, e che proprio l'emergenza Covid ha evidenziato, è una nuova architettura istituzionale. Se vinceranno i "si", il giorno dopo avremo gli stessi problemi di adesso, a partire dal bicameralismo perfetto, e solo una sforbiciata numerica alla rappresentanza territoriale. Se vincono i "no", significa che i cittadini vogliono una cosa sola: non titoli ad effetto. ma sostanza».