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Bellanova: "Chi è contro la mia legge è complice dei caporali"

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Intervista a Teresa Bellanova di Nando Santonastaso, "il Mattino", 27 giugno 2020.

Esordisce con «non mi chieda di ridurre quanto accaduto a Mondragone ad un esclusivo dato di cronaca». E poi incalza: «Banalizzare è proprio quanto non si può fare. Tantomeno costruirci su un bailamme magari utile a chi fa campagne elettorali lucrando sulle paure sociali, ma non ad affrontare e dare soluzioni a questioni che si trascinano da anni. Il punto è politico. E la politica per me ha senso se guarda in faccia quanto accade, anche se è scomodo, a maggior ragione se è complicato, e costruisce soluzioni. Se alimenta ragionevolezza, non conflitto sociale, non guerre tra poveri». Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, fa una pausa e poi riprende: «Non è un caso che tra i punti caratterizzanti il governo Renzi ci siano stati il Migration Compact, la rigenerazione del- le periferie, la legge contro il caporalato e un'indicazione precisa: un euro in sicurezza, un euro in cultura, stabilendo un nesso altrettanto preciso tra conflitto sociale e degrado urbano e indicando gli strumenti giusti per affrontarlo».

Ministra, ma quanto accade a Mondragone non rischia di far sembrare inutile la sua legge contro i caporali che sfruttano il lavoro nei campi?
«Esattamente il contrario. Dà risposte all'emergenza sanitaria che nelle situazioni informali o nei ghetti è fuori controllo, generando rischi evidenti per i cittadini stranieri e italiani. Assume la responsabilità di guardare in faccia senza ipocrisia quelle contraddizioni che, se lasciate incancrenire, producono conflitto, guerre tra poveri, emergenza sociale. I terreni, cioè, su cui le destre proliferano e che il riformismo snida. Una legge entrata in vigore 30 giorni fa non può risolvere magicamente questioni lasciate marcire per anni e acuite in modo colpevole dai Decreti sicurezza».

Cosa occorre allora perché dia buoni risultati?
«È compito di tutti attuarla nel migliore dei modi. Dell'intera filiera istituzionale, dei corpi sociali coinvolti in prima persona, delle comunità territoriali più esposte alle contraddizioni. Significa raggiungere anche con le forme di comunicazione adeguata quelle lavoratrici e quei lavoratori invisibili oggi sotto ricatto del lavoro nero e del caporalato. E garantire gli strumenti giusti perché domanda e offerta di lavoro si incrocino in modo legale».

Ma a che punto sono le domande di regolarizzazione previste dalla nuova norma?
«I numeri ci stanno dando ragione, crescono quotidianamente. È un lavoro di medio-lungo periodo, deve cambiare una mentalità, una subcultura. Scontiamo ancora un pezzo di economia dove lo sfruttamento del lavoro, e spesso anche la sua riduzione in schiavitù, sono considerati ignobilmente leve competitive. Grazie all'impegno di forze dell'ordine e magistratura, al coraggio di chi denuncia, continuano ad emergere situazioni raccapriccianti. Questa legge dice che gli invisibili non sono invisibili, ma persone».

Le opposizioni cavalcano la protesta, le critiche sono state dure, come in occasione dell`approvazione della legge. Che ne pensa?
«Che a un certo punto, fatalmente, il re è nudo. Chi ha criticato la legge contro il caporalato come chi ha attaccato a testa bassa questa norma per l'emersione e la regolarizzazione dei lavoratori italiani e stranieri, è o rischia di essere complice dei caporali e del lavoro nero e irregolare, di quella concorrenza sleale che in agricoltura ma non solo avvelena le filiere e danneggia migliaia di imprese sane. Quanto accade a Mondragone potrebbe accadere ovunque vi siano condizioni di affollamento e di illegalità e quindi ovunque covi la rabbia sociale. Che siano immigrati bulgari, dunque cittadini europei, o migranti, non fa differenza. Vogliamo cominciare a fare una mappa delle Mondragone italiane? Bisogna costruire le condizioni sufficienti di igiene, abitabilità, vivibilità, qualità dei luoghi. Riguarda gli immigrati ma anche i non pochi cittadini italiani che condividono con questi una condizione di marginalità assoluta. E non accade solo al Sud. Ecco perché soffiare sul fuoco creando rivalità sociali tra poveri, tra cittadini stranieri e italiani è pericolosissimo».

Sente il sostegno di tutto il governo in questa fase politica?
«Siamo una maggioranza composita, con sensibilità diverse. Se c'è una cosa che questa pandemia ci sta insegnando è che senza un ragionevole ridisegno del welfare, e senza un`idea di sistema-paese l'intera società diventa più debole, si tratti del disastro di Mondragone o di una avanzata zona industriale del Reno-Vestfalia. Anche le rendite di posizione territoriali non sono più sufficienti».