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Bonetti: "Bambine e matematica, passione su cui puntare"

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La lettera della Ministra Bonetti inviata a "Il Sole24Ore", il 14 marzo 2021 in occasione della Giornata mondiale del Pi Greco

Robert Musil scrisse che nella matematica abbiamo «la nuova logica e lo spirito nella loro stessa essenza, qui sono scaturigini del tempo e le fonti di una portentosa trasformazione».

È cosi, nella matematica troviamo il significato di un mondo da scrivere, inventare, creare. La matematica è sempre il mondo della trasformazione, e le tracce di chi vi entra lasciano il segno. E oggi, nella ricorrenza del Pi Greco Day, vorremmo che le orme riconoscibili fossero sempre più quelle delle donne.

È opinione ormai condivisa che la sfida di coinvolgere più donne nelle materie Stem sia determinante non solo nella loro piena valorizzazione nel lavoro ma anche nell`interesse economico e sociale. Eppure, i risultati dell`ultima indagine PISA 2018 disegnano con chiarezza un Paese attraversato da diseguaglianze di genere. La media Ocse definisce uno scarto di 5 punti tra competenze dei maschi e delle femmine in matematica, in Italia il gap è di 16 punti. La questione risiede in due fattori: il percorso formativo, che nel nostro Paese non valorizza e promuove a sufficienza quelle competenze per tutte e tutti, e il metodo di verifica e valutazione, con criteri definiti sulla base di un approccio maschile alla vita. Ma il merito, come le persone, non è asessuato.

Fin da piccole, alle bambine viene proposto il pregiudizio che, tra le varie discipline, la matematica presenti un grado di difficoltà elevato e sia scevra di connotazioni e implicazioni emotive e, pertanto, non adatta al femminile. Ne deriva il racconto falsificato di una disciplina fredda e non umanizzatile. L`effetto di deterrenza sul mondo femminile, ancora costretto a dover soddisfare diversi canoni di perfezione per essere socialmente riconosciuto e accettato, è pesante. Per le donne è più difficile accettare l`errore, e quindi accogliere il rischio di una sfida personale, perché di fatto sono sottoposte a giudizio sul proprio merito più di quanto accada agli uomini. Il risultato è doppiamente negativo: con l`esclusione delle donne si priva la scienza di un pezzo di umanità e si privaun pezzo di umanità della scienza.

La matematica può invece rappresentare un vettore importante di empowerment per le donne e, quindi, di trasformazione sociale. La grande sfida educativa che abbiamo davanti è quella di accompagnare le bambine ad appassionarsi di scienza e di matematica. Se si vuole raggiungere questo obiettivo, bisogna che la matematica entri negli apprendimenti di base come linguaggio che abilita le bambine e i bambini ad entrare in relazione con la propria identità, la conoscenza del mondo esterno, la relazione con gli altri, e ciò al pari delle competenze linguistiche, grafiche, esperienziali. Ci serve un piano nazionale per la formazione alle competenze matematiche, rivolto primariamente alle bambine e alle ragazze dai primi i000 giorni di vita e dalla scuola dell`infanzia a quella secondaria di secondo grado.
C`è bisogno di loro nella matematica perché c`è bisogno delle loro capacità anche creative, oggi e nel nostro futuro, in particolare rivolgendoci alle nuove frontiere del sapere, quali sono e saranno sempre di piùle discipline legate all`intelligenza artificiale.

Credo che il nostro Paese debba cogliere questa sfida. Fuori da ogni retorica, con impegno e rigore e nel presente, che è il solo tempo dell`opportunità. Ce lo chiede l`avvenire inedito che abbiamo davanti, con la sfida in ambito europeo della Next Generation EU e la necessità di un rilancio educativo per le nuove generazioni. E ce lo chiedono con forzai diritti delle bambine di oggi e quelle di domani, che nella scienza potranno realmente trovare uno spazio nel quale realizzare le loro aspirazioni.

Elena Bonetti
Ministra per le pari opportunità e la famiglia