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Autotrasporti, Bellanova: "Ci sono 80 milioni per il settore ma servono regole ed equilibrio"

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Intervista di Rosanna Lampugnani, "l'Economia" del "Corriere della Sera", 14 marzo 2022.

Viceministra Bellanova, il 24 febbraio ha convocato il tavolo per ragionare con le sigle degli autotrasportatori sull'aumento del prezzo dei carburanti. Cosa si è deciso?
Abbiamo condiviso le misure del decreto Energia per dare risposte immediate ed allentare la morsa dei rincari. A disposizione ci sono 80 milioni: 20 per sostenere il costo pedaggi; 5, che impattano in prevalenza sulle piccole e medie imprese artigiane, per aumentare la deduzione forfettaria sulle spese non documentate; 55 per calmierare l'acquisto di AdBlu e Gnl. È un lavoro che prosegue perché siamo consapevoli di come sul settore si riversino problematiche strutturali di filiera su cui è necessario, e urgente, intervenire.

Nei prossimi giorni ci sarà un altro incontro: quali sono gli ostacoli al raggiungimento dell'accordo definitivo?
Direi più che altro criticità stratificate nel tempo e che per essere rimosse hanno bisogno della responsabilità e disponibilità dell'intera filiera. Per questo al confronto sulle regole ho voluto autotrasportatori e committenza. L'autotrasporto è un settore strategico, alle prese con il cambiamento epocale della transizione ecologica e con dinamiche interne avvelenate da episodi di concorrenza sleale, caporalato, imprese disposte o costrette a lavorare a bassissimo costo e in nero. Il tavolo sulle regole e sulle policy di settore è necessario e permanente e si chiuderà solo quando saranno state individuate e formalizzate soluzioni soddisfacenti per tutti. La discussione in atto riguarda l'opportunità di incentivare meccanismi che possano tenere in debito conto le variazioni dei costi dell'energia„ garantendo il corretto equilibrio contrattuale tra committenti e vettori. Abbiamo come obiettivo contratti giusti, che non ingessino il mercato e che siano correttamente remunerativi per tutti. Intanto procede l'iter per il fondo destinato all'autotrasporto, si tratta di 720 milioni per tre anni, suddivisi secondo uno schema già condiviso con la rappresentanza della categoria.

L'imprenditore Divella ha proposto di togliere le accise sul gasolio per evitare i blocchi selvaggi. Il governo sta affrontando questa questione, vecchia di decenni, così come sta affrontando quella del catasto?
I temi non sono commisurabili. L'autotrasporto gode già di una riduzione delle accise e una totale eliminazione potrebbe comportare problemi rispetto alle normative europee di settore. Puntiamo ad un riequilibrio della catena del valore all'interno della filiera, con il rispetto dei costi minimi di riferimento pubblicati sul sito del ministero, con la garanzia del corretto equilibrio contrattuale e con contratti che tengano conto delle variazioni dei costi del carburante, la semplificazione dei passaggi tra committenti e imprese dl autotrasporto.

L'85% delle merci viaggia su gomma. 26 anni fa il governo Prodi iniziò a ipotizzare le autostrade del mare poi si è parlato di incentivare il trasporto su ferro: il governo sta lavorando in questa direzione?
Interveniamo sulla portualità per circa 4 miliardi, facciamo delle Zes uno snodo determinante per il rilancio del Mezzogiorno, con un investimento per 630 milioni, investiamo sulla cura del ferro per circa 55 miliardi tra Pnrr, legge di Bilancio 2022, Fondo sviluppo e coesione. Puntiamo a incrementare il traffico merci su rotaia del 50% entro il 2030, con il contestuale sviluppo della competitività del trasporto intermodale. Sono alcuni tra segmenti e obiettivi su cui siamo impegnati con uno sforzo straordinario dell'intera macchina ministeriale, perché la posta in gioco è un passaggio epocale.

Le proteste recenti dei camionisti mostrano un'Italia spaccata: a sud blocchi selvaggi, infiltrati da coloro che sempre lucrano sulle proteste spontanee, a nord Confartigianato trasporti ha sostenuto la strada della trattativa. I danni pagati dalla filiera dell'agroindustria sono rilevanti, così come quelli pagati dal settore portuale. Come dialogare con i "padroncini" che non sono iscritti ad alcun sindacato?
Avere cura del settore è responsabilità di tutti, anche dei cosiddetti padroncini. la forza della rappresentanza è tema delicato, su cui vale la pena fermarsi a riflettere. È evidente che nelle economie dove l'informalità ha un peso maggiore la frammentazione degli attori economici rischia di essere un vulnus. Strozzati dall'aumento dei costi, dal peso dell'intermediazione, da rapporti contrattuali non sempre corretti, i piccoli sono maggiormente a rischio. Quando parlo di riequilibrio della filiera mi riferisco anche a questo e alla necessità di sostenere l'autotrasporto nelle sfide che ha di fronte. Con una postilla determinante: nessuna violenza è giustificata né consentita.