L'intervento della parlamentare di Italia Viva, 6 maggio 2021.
In queste ore abbiamo dibattuto su un tema molto serio, che riguarda la competitività del nostro Paese, che riguarda la sana concorrenza tra le imprese, che riguarda il tema della sicurezza alimentare e del complesso pacchetto igiene, ma soprattutto la corretta informazione ed educazione del consumatore. Questi sono temi che dall'Esposizione universale del 2015 ricorrono con sempre maggiore forza, ma soprattutto sono resi evidenti dai numeri che caratterizzano il livello delle esportazioni del nostro nel mondo e soprattutto l'attrattività, la reputazione che nel mondo ha il nostro Paese. Qui credo si debba entrare un po' più nel dettaglio, perché questa reputazione, questi numeri, questa qualità dipendono da alcuni fattori: sicuramente dalla qualità delle materie prime, ma sicuramente anche dalla nostra capacità di trasformare e di somministrare gli alimenti. Nel nostro Paese in queste ore si è parlato delle devianze, ma dobbiamo ricordare che nel nostro Paese esistono delle eccellenze nel campo della produzione, della trasformazione ma anche nella modalità con la quale noi accompagniamo il cibo, che è cultura, attraverso un racconto, un racconto che è legato al territorio, alle tradizioni locali, ma anche alla capacità nel nostro Paese di coniugare le tradizioni locali con quello che è il meticciato che ha sempre avuto il cibo, nella contaminazione. Noi abbiamo prodotti tipici che ci rendono unici e famosi nel mondo di cui, per esempio, non produciamo nulla. Pensiamo al caffè, al caffè tradizionale italiano: in Italia non si produce un chicco, eppure il caffè è un elemento tradizionale di coesione anche delle nostre comunità all'estero. Quindi, credo che quando si parla di alimenti e di cibo, il sovranismo debba essere messo un po' da parte, perché sono temi che, invece, riguardano la crescita positiva nelle nostre comunità e anche davvero il nostro posizionamento nel mondo .
Vedete, oggi abbiamo discusso e ci apprestiamo ad approvare un provvedimento che recupera un problema, intervenuto qualche mese fa, che avrebbe abrogato alcune disposizioni sanzionatorie previste in una legge vecchia, la legge n. 283 del 1962; ripristiniamo oggi alcune fattispecie di reato, in particolare sanzioni penali contravvenzionale e illeciti amministrativi. Per chi ci sta ascoltando, perché credo che questo sia un tema di assoluto interesse per i cittadini, questo rappresenta un primo livello di tutela rispetto a più gravi delitti che già sono inclusi nel codice penale, a partire dalla frode. Quindi, da questo punto di vista, credo che nel dibattito parlamentare dobbiamo anche riportare un po' di verità, un po' di equilibrio anche rispetto a quello che deve essere inserito nel nostro ordinamento, che è legato anche a dei criteri di proporzionalità. Questa verità - io ho ascoltato tutti gli interventi che ci sono stati in queste ore - dobbiamo riportarla anche rispetto al gioco delle parti che spesso si fa in quest'Aula, dove sembra che possa essere possibile dire tutto e il contrario di tutto, assumere una posizione e assumerne un'altra diametralmente opposta perché conviene politicamente. Quando si parla di cibo, quando si parla di agroalimentare e di competitività, credo che questo debba essere evitato; lo dico soprattutto ai colleghi di Fratelli d'Italia. Molti interventi erano assolutamente condivisibili e anch'io sono intervenuta nel dibattito in queste ore. Però - lo dico ai colleghi con il cuore in mano - se riprendiamo i documenti che voi stessi avete presentato, ad esempio nel dibattito in Commissione agricoltura sul provvedimento legato ai reati agroalimentari, che afferisce a questa materia e che è strettamente connesso, io trovo sul testo, nella vostra proposta, nelle vostre richieste che erano state fatte qualche mese fa, che vengano rimossi i riferimenti alla contaminazione dei prodotti, perché queste cose sono già attivamente esistenti e normate nelle fattispecie di contaminazioni accidentali; che venga rimosso il riferimento alle informazioni commerciali incomplete . Avete anche detto che la normativa rischia di imporre agli operatori nazionali maggiori oneri, con conseguente svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti di altri Paesi europei e, quindi, che non bisogna fare “doppi binari”; quindi, esistono - lo avete detto voi - già meccanismi di controllo adeguati e proporzionati. Oppure, sempre rispetto alle dichiarazioni mendaci che sono oggetto di discussione del dibattito di queste ore, avete scritto, come succede giustamente nella pratica e nella realtà quotidiana - perché quando si entra nel dettaglio bisogna entrare nella realtà di quello che avviene - che non è necessario inserire aggravanti, ad esempio sui falsi positivi in ambito biologico, perché questi non sono comportamenti illegittimi.
Io credo che da questo punto di vista in quest'Aula noi abbiamo il dovere di fare una discussione franca e la discussione franca ci deve dire due cose: che serve sicuramente un provvedimento di riordino rispetto a quella che è la normativa, al pacchetto igiene, al sistema dei controlli. Anche qui, impegniamoci tutti, come è stato fatto in legge di bilancio, per aumentare le risorse, le dotazioni alle autorità competenti (per esempio, dall'ICQRF al reparto per la tutela frodi agroalimentari dei carabinieri e di tutti gli organismi di controllo); questo è un ambito, così come la revisione in materia di sanzioni e di reati agroalimentari. Però c'è un altro punto: noi non possiamo pensare, nella società di oggi, che tutto possa essere ascrivibile a un modello meramente sanzionatorio. Credo che la tecnologia, l'innovazione e le esigenze che, lo dicevo prima, sono legate al bisogno comunicativo e informativo dei cittadini, debbano essere anche accompagnate da un criterio di premialità e di accompagnamento. Ci sono dei casi in cui questo è stato fatto - pensiamo al testo unico sul vino - laddove i cosiddetti illeciti amministrativi (quindi, ovviamente, non parliamo di reati gravi che entrano nella salute pubblica, che entrano nella frode in commercio, che entrano nella concorrenza sleale) possono essere risolti con altri meccanismi, per esempio con il ravvedimento operoso. La fattispecie della quotidianità ci dice anche che abbiamo un tessuto di piccole e medie imprese, di imprenditori che non sempre hanno colpa rispetto a quello che avviene. Quindi noi abbiamo il dovere, se vogliamo alzare l'asticella della qualità e l'asticella della competenza anche dei nostri piccoli produttori nel settore agroalimentare, di accompagnarli in questo percorso e di accompagnarli attraverso un diverso rapporto con la pubblica amministrazione; una pubblica amministrazione - anche quella legata al sistema dei controlli - che accompagna tutti gli operatori verso un percorso virtuoso. Ovviamente, lo ripeto, lo cito e lo sottolineo: tutto questo non riguarda le frodi, non riguarda tutti quei reati che davvero comportano un grave rischio per la salute. Però, anche il grandissimo elenco che è stato fatto in queste ore di confische e sequestri, cosa denota? Denota che il nostro Paese, ancora di più che altri Paesi comunitari, ha un elevatissimo sistema di controlli, da migliorare, da aggiornare anche con le nuove tecnologie, dalla al codice a barre; anche qui, noi non possiamo pensare che l'educazione del consumatore e la corretta informazione del consumatore possano essere fatte riempiendo i prodotti di tantissime informazioni.
L'informazione deve essere sempre accompagnata all'educazione e, quindi, da questo punto di vista, la tecnologia, le nuove modalità possono accompagnare il consumatore in questo percorso. Per esempio, il codice a barre è una modalità che consente di spostare dall'etichetta ad altri sistemi l'esigenza informativa di conoscere l'origine del prodotto, chi l'ha realizzato, la storia che sta dietro quel prodotto. Quindi, davvero, oggi ripristiniamo un , con riferimento alle vecchie norme del 1962, ma credo che oggi sia emersa - e lo voglio dire soprattutto al Governo - la necessità di riordinare la materia e di riordinarla, buttando un occhio rispetto al Paese che siamo, rispetto al Paese che vogliamo essere, per competere sempre di più nei mercati internazionali sempre più competitivi, perché soltanto questo ci tutelerà dall', dalla contraffazione e da chi, nel nostro Paese, svolge un'attività che non va nella direzione della tutela dell'igiene, della sicurezza alimentare e anche del corretto rapporto con il consumatore.
Chi lo desidera può rivedere qui l'intervento integrale.