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Anzaldi: "La Rai ospita no vax in tv, ma non dice quanto paga"

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L'intervento pubblicato su "il Tirreno", 10 dicembre 2021.

«La Rai ospita la no-vax in Tv ma non dice quanto la paga»: la domanda di Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza della Rai, è semplice: «Quanti soldi prende a puntata l'attivista anti-vaccini e anti-Green Pass Maddalena Loy, ospitata ogni martedì in prima serata su Rai3 (a CartaBianca) ormai da un mese?».

La risposta all'interrogazione depositata in commissione di Vigilanza, invece, deve essere complicata perché la Rai tace. Non è sorpreso Anzaldi da questo silenzio. E non solo perché «di solito passano 15 giorni prima che arrivi una risposta alle interrogazioni in commissione di Vigilanza». È che ha già sperimentato il silenzio della Rai: quando ha chiesto l'ammontare del gettone di presenza di Andrea Scanzi, ospite di Carta Bianca da vaccinato senza priorità; quando ha chiesto conto della presenza (a 500 euro a puntata) di Mauro Corona, sempre ospite a CartaBianca, malgrado gli insulti.

«A mio avviso - sottolinea il deputato Iv - la Rai avrebbe dovuto rispondere subito a questa interrogazione. In attesa dei tempi "tecnici" avrebbe intanto dovuto dire, magari anche solo con un tweet, che è falso che l'ospite no-vax è pagata con soldi pubblici. Poi potrà spiegare se la tv pubblica, in tempi di pandemia, ritenga accettabile la par condicio tra scienza e anti-scienza».

Per Anzaldi, comunque, l'assenza di una risposta o di una smentita sul possibile gettone a Maddalena Loy si può leggere come una conferma. L'anti-vaccinista viene pagata - presume - per la sua presenza alla trasmissione Rai. Gettoni che varierebbero da un minimo di 500/700 euro a puntata (in media) ma che per personaggi di maggiore notorietà possono essere anche più alti. Di solito, le "ospitate" fisse o quasi, in base agli argomenti - spiega il deputato Iv - vengono regolamentate in televisione da contratti. Il rinvio delle risposte sul pagamento dei gettoni serve anche a far esaurire il contratto, a evitare che (per le polemiche) la Rai sia costretta a interrompere prima le collaborazioni. Così, quando arriva la risposta, la persona al centro della polemica ha esaurito il numero delle puntate da contratto e quindi non compare più in video (ma viene pagata per le prestazioni concordate).

«La Rai, al tempo stesso, non può essere attaccata perché smette di mandarla in onda, ma ha ottenuto di tenere alti gli ascolti. E anche l'ospite ha avuto quello che cercava: compenso e più visibilità. Che magari si traduce in nuovi incarichi. Perciò è inaccettabile il silenzio della Rai», conclude Anzaldi.