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Michele Anzaldi: "Renzi è scomparso dai Tg Rai; Grillini e Dem non vogliono più sostituire Foa"

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Michele Anzaldi: "Renzi è scomparso dai Tg Rai; Grillini e Dem non vogliono più sostituire Foa"
Intervista di Ilario Lombardo, la Stampa, 12 ottobre 2019

«Marcello Foa è ancora lì. Avevamo fatto una promessa: se fossimo andati al governo la prima cosa che avremmo fatto sarebbe stata di rimuovere il presidente Rai, perché è stato votato illegalmente e perché non è mai stato di garanzia. Lo chiedo agli ex compagni di partito del Pd: che fine ha fatto quella promessa?».

Michele Anzaldi ha seguito Matteo Renzi a Italia Viva, portandosi dietro tutto il bagaglio di battaglie su Viale Mazzini.

Onorevole, sulla Rai sta aprendo un altro fronte della guerra Renzi- Pd?
«Non sono accettabili gattopardismi: dov'è il cambiamento promesso? Sulla nomina di Foa, sulla seconda votazione in Vigilanza ritenuta illegittima, pende ancora la richiesta di accesso agli atti presentata dai capigruppo del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Il Pd se lo è dimenticato? E il segretario Nicola Zingaretti ha cambiato idea? Perché il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che ha il potere come azionista della Rai di revocare immediatamente l'incarico a Foa, finora non ha detto neanche una parola?».

Forse perché è impegnato con la legge di Stabilità? Il governo è nato da un mese: non è meglio non dare l'impressione subito di voler mettere le mani sulla Rai?
«Ma di Rai si parla eccome. Ci sono state tre riunioni della Vigilanza, abbiamo approvato il codice etico. Sui giornali si leggono indiscrezioni non smentite, secondo le quali la sostituzione del direttore di Rai 1 Teresa De Santis sia sufficiente a salvare la poltrona al presidente illegittimo. Ma poi non capisco: il 17 settembre, il M5S per voce del vicepresidente della Vigilanza Primo Di Nicola, con un'intervista sul vostro giornale aveva chiesto a Foa di "fare gli scatoloni" e di "lasciare la scrivania". E il Pd? Che subito ha definito uno schiaffo alla legalità, l'imposizione di Foa in Rai per ordine di Salvini?»

Sospetta un patto Pd-M5S per mantenere lo status quo prima delle nomine?
«A Pd e M5S lancio un appello: occorre salvare il servizio pubblico, precipitato in una deriva di violazioni del pluralismo e crollo di ascolti e qualità che rischia di assestare un colpo pesantissimo all'azienda».

Mettiamola così: la polemica serve a voi renziani per partecipare al giro delle nomine?
«Renzi ha dimostrato, da presidente del Consiglio, di non voler mettere becco nelle nomine. A differenza del M5S, che ha piazzato un direttore del Tg1 di suo gradimento. Detto questo, è innegabile che Renzi sia scomparso dai Tg. L'altra sera Bruno Vespa lo dava al 6%. Sui giornali è ogni giorno in prima pagina. Ma sui telegiornali Rai non ce n'è traccia».

Senza Foa ci sarebbero più pluralismo e qualità?
«La Rai a trazione leghista è finita più volte nel mirino dell'Agcom. Su Viale Mazzini pende una multa da 70 milioni. Già sarebbe sufficiente per sostituire subito i direttori responsabili di tali abusi e il presidente che li ha permessi, forse promossi. La direttrice di Rail merita di essere sostituita per la più grande infornata di conduttori e autori politicizzati degli ultimi anni. La maggior parte in quota Lega, ma il M5S ha contribuito a questa cooptazione. La legge prevede un presidente di garanzia e non può essere Foa. Se Pd e M5S ci hanno ripensato, dicano in maniera trasparente che scherzavano e che Foa può rimanere».

Italia Viva ha qualche nome in mente come presidente?
«Io penserei a una donna. Una come Lilli Gruber, o Alessandra Ravetta, ma anche Maria Latella. Di nomi ce ne sono. Basta una giornalista, una professionista, che possa essere davvero di garanzia per il pluralismo. Invece siamo andati a prendere uno, Foa, che faceva tweet sovranisti e insultava persino Sergio Mattarella».