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Anzaldi, editoria: "Palazzo Chigi intende chiudere 'Il Foglio'? Risponda Conte"

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L'interrogazione e la proposta del nostro parlamentare relativa alla vicenda dei contributi per l'editoria a "il Foglio".

Il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi, componente della commissione Cultura alla Camera ha chiesto, in un'interrogazione, di "sapere sapere se risponda al vero che palazzo Chigi, attraverso il dipartimento Editoria, intenda agire per richiedere sei milioni di euro di contributi erogati al quotidiano 'Il Foglio' dieci anni fa e se intenda eliminare i contributi futuri al giornale, di fatto sancendone la chiusura come 'minacciato' un anno fa dal portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino".

E ancora, nell'interrogazione, Anzaldi ha chiesto "quali iniziative il governo e il presidente del Consiglio intendano intraprendere per tutelare una voce libera della stampa, il cui valore è tutelato dalla Costituzione ed è stato più volte richiamato dal presidente della Repubblica Mattarella. E se, alla luce della controversia giudiziaria nata intorno all'accertamento della Guardia di Finanza che avrebbe portato all'esclusione de 'Il Foglio' dai contributi, non sia opportuno avviare un'ulteriore verifica sulla vicenda".

"Secondo quanto denunciato da un comunicato della redazione - si legge nella premessa dell'interrogazione - pubblicato in prima pagina sul quotidiano 'Il Foglio' del 24 dicembre, il dipartimento Editoria della presidenza del Consiglio avrebbe deciso di escludere il quotidiano dai contributi pubblici, che riceve da anni, sulla base di un accertamento della Guardia di Finanza, riferito ai contributi di dieci anni fa, che 'Il Foglio' contesta radicalmente e per il quale si è rivolto al giudice ordinario. L'istruttoria che porterebbe all'eliminazione dei contributi per 'Il Foglio' è stata seguita dall'ex sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, esponente del Movimento Cinque Stelle. In una dichiarazione rilasciata il 12 luglio 2018 al giornalista de 'Il Foglio' Salvatore Merlo, il portavoce del presidente del Consiglio e capo ufficio stampa di palazzo Chigi, Rocco Casalino, ex capo della comunicazione del Movimento Cinque Stelle, lo stesso partito dell'ex sottosegretario Crimi, così diceva: 'Adesso che il Foglio chiude, che fai? Mi dici a che serve il Foglio? Non conta nulla... Perché esiste?'. La dichiarazione è stata definita una 'minaccia' dalla Federazione nazionale della stampa, che ha espresso solidarietà al giornalista Merlo insieme a gran parte del mondo politico".

"Bloccare i contributi futuri al quotidiano e chiedere la restituzione dei quelli erogati dieci anni fa, nel biennio 2009-2010, per un totale di circa sei milioni di euro, significa nei fatti costringere 'Il Foglio' alla chiusura, o comunque metterne seriamente a rischio la sopravvivenza, come denuncia la redazione. In sostanza verrebbe realizzata la 'minaccia' pronunciata dal portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino. La libertà di stampa è un diritto sancito dall'articolo 21 della Costituzione, più volte richiamato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che anche in occasione delle consultazioni che hanno visto nascere l'attuale governo, ha dichiarato al Quirinale: 'Per me è stato di grande interesse leggere ogni mattina le cronache e le interpretazioni dei fatti dai diversi punti di vista. Questo confronto tra prospettive differenti è prezioso per me e per chiunque. Ancora una volta sottolinea il valore della libera stampa'. I finanziamenti all'editoria - conclude Anzaldi nella sua interrogazione - sono finalizzati a sostenere il pluralismo dell'informazione, sostenendo testate e voci libere, edite da cooperative focalizzate su temi specifici (come ad esempio 'Il Foglio' sulla giustizia), che avrebbero difficoltà a sopravvivere con i soli proventi di mercato".

Oltre all'interrogazione, il nostro parlamentare ha proposto anche un'iniziativa di legge: "poiché è inaccettabile che il governo lasci chiudere 'Il Foglio', chiederò ai colleghi di Italia Viva di promuovere una norma che imponga di pagare i contributi 2018 finché non vi sia una sentenza definitiva passata in giudicato che accerti la non debenza di vecchi contributi e la mancata restituzione".