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Annibali: "Io, lapidata dal Movimento per aver fatto una domanda in audizione"

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Intervista di Valentina Stella, "il Dubbio", 24 novembre 2021.

Articolo 1 bis del testo base sull'ergastolo ostativo: potranno essere concessi i benefici ai detenuti, anche di mafia, "purché oltre alla regolare condotta carceraria e alla partecipazione al percorso rieducativo, dimostrino l'integrale adempimento delle obbligazioni civili e delle riparazioni pecuniarie derivanti dal reato o l'assoluta impossibilità di tale adempimento". Lunedì 22 novembre: audizioni in commissione Giustizia. La deputata di Italia Viva Lucia Annibali chiede al presidente Anm Giuseppe Santalucia come giudica questa norma. I 5 Stelle la attaccano via comunicato stampa: «È allarmante che Lucia Annibali si domandi se non sia troppo che un mafioso condannato debba risarcire le sue vittime per accedere ai benefici penitenziari, evidenziando il dubbio che questo meccanismo possa 'appesantire' o essere 'ambiguo'» .

Onorevole Annibali, come replica alle parole dei suoi colleghi pentastellati?
Il comunicato mi sembra molto scorretto e anche abbastanza vergognoso. Hanno voluto strumentalizzare una mia domanda. Come membro della commissione, ho interpellato il presidente dell'Anm su un aspetto tecnico per capire se quell'ulteriore requisito nel testo base aggravi l'onere della prova per il detenuto, rendendo quindi ancora più difficile l'accesso ai benefici, contrariamente a quanto indicato dalla Corte costituzionale. Ed effettivamente il dottor Santalucia ha rilevato che sarebbe un aggravamento del trattamento penitenziario e ha suggerito una riformulazione.

Come se limitare i paletti per l'accesso ai benefici equivalesse a fiaccare la lotta alla mafia.
Si tratta di una narrazione distorta e molto ideologica, quale in generale è l'approccio del Movimento 5 Stelle ai temi della giustizia. Basti pensare alla Spazzacorrotti. Inutile girarci intorno, bisogna dire chiaramente da che parte si sta: se da quella della Consulta o da quella del ripristino dell'ergastolo ostativo.

In generale che pensa del testo base? Su cosa farete emendamenti?
Sicuramente il testo base è diverso da quello dell'onorevole Ferraresi. Positivo il fatto che non sia più previsto un tribunale unico per tutte le istanze. Certo bisognerà ragionare sull'onere della prova che al momento resta a carico del detenuto. Poi c'è il grosso problema dell'eliminazione della collaborazione impossibile.

C'è quindi il rischio di un 'nuovo ergastolo ostativo'? Se si ascolterà Caselli il risultato sarà quello.
Sarà un percorso difficile, perché ci sono visioni completamente diverse su questo tema. Sono davvero poche le posizioni politiche che realmente vogliono andare nella direzione tracciata dalla Consulta. Rispetto a Caselli, ognuno sceglie di audire chi è più in sintonia col proprio pensiero. Noi abbiamo preferito indicare l'avvocato Catanzariti, co-responsabile dell'osservatorio Carcere dell'Ucpi. Comunque anche il governo dovrà esprimere i propri pareri.

Le volevo chiedere proprio questo: servirà un intervento della ministra Cartabia che indichi, anche come ex presidente della Consulta, la strada da seguire?
Secondo me la ministra deve dare un segnale, anche per la sua sensibilità e la sua posizione sul tema del carcere.

Sempre a proposito di carcere, c'è la Commissione ministeriale al lavoro, ma non sarebbe stato meglio prendere subito provvedimenti per decongestionare gli istituti?
Certamente, le possibilità ci sono per fare subito qualcosa. La Commissione va bene, anche se manca al suo interno l'apporto del punto di vista del volontariato. Il carcere non ha più bisogno di belle parole, ma di azioni urgenti.

Non si sente parlare ancora di riforma del Csm.
Della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario si sono perse le tracce, dopo l'incontro interlocutorio con la ministra. Sicuramente concentrarsi solo sul sistema elettorale non aiuta a risolvere i problemi di credibilità della magistratura. Per noi è importante affrontare anche altri temi, gli stessi delle Camere penali: valutazioni di professionalità, magistrati fuori ruolo, Consigli giudiziari.

Lei, con Mirella Cristina è relatrice del ddl civile: cosa ci può dire?
L'aspetto positivo è che c'è un riconoscimento pieno della violenza domestica nelle separazioni civili con affido. Inoltre, finalmente, si mette uno stop alla alienazione parentale, che non ha alcun fondamento scientifico.

Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. È stato fatto abbastanza?
Dal punto di vista legislativo è stato fatto tanto ma su questo tema bisogna sempre fare di più. Sentiamo la frustrazione quando leggiamo di questi casi di cronaca e allora ci rendiamo conto che manca sempre un pezzetto per garantire la protezione e la sicurezza delle donne. Bisogna allargare lo sguardo: non fermarci all'approccio penalistico ma creare degli strumenti che possano rispondere ai bisogni delle donne vittime di violenza. C'è una forma di violenza di cui poco si parla ma che è molto diffusa: quella economica. Assieme alla ministra Bonetti, abbiamo lavorato per istituire il "Reddito di libertà": un aiuto economico mensile dello Stato per le donne che subiscono violenza, al fine di sostenere lo sviluppo di un progetto di vita indipendente.