Italia Viva

Annamaria Parente: "Ho sostenuto Zingaretti, ora con Matteo"

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La senatrice Anna Maria Parente lascerà il Pd per Italia viva dove sarà responsabile per il lavoro e il sociale.
Intervista di M. Meli, Corriere della Sera, 5 ottobre 2019


Perché Italia viva?
«Ciò che mi ha convinto di più è il fatto che in Italia viva c'è la grande novità della corresponsabilità tra donne e uomini. Io sono stata per lo anni responsabile della Cisl femminile, ho fatto parte della Commissione per la parità, mi sono sempre dedicata al tema delle donne quindi dopo anni di battaglie il fatto che un partito si avvii su questa strada è molto importante».

L'ha detto a Zingaretti?
«Nel Pd purtroppo non ci si parla. E uno dei problemi principali. Spesso non si risponde al telefono o ai messaggi. Sembrano dettagli, ma quando porti delle istanze alla tua comunità non avere risposte mi è pesato molto nell'ultimo periodo. Sono 12 anni che sto nel Pd, mi chiamò Veltroni e facemmo la prima scuola politica del nascente partito. Io stavo in segreteria. C'era un altro clima e credo che in Italia viva si possa riprendere lo spirito originario del Pd: il fermento, la nuova cultura politica. Sono cose che si sono perse nel partito di oggi che è diventato un luogo chiuso e i nostri elettori ormai lo sentono».

Non era zingarettiana?
«Io rispetto molto Nicola, l'ho sostenuto all'ultimo Congresso, è una persona di grandi qualità umane, ma probabilmente nel Pd le questioni erano ormai troppo incancrenite».

Chi l'ha convinta?
«Le persone con cui ho lavorato meglio in questi anni sono Teresa Bellanova e Maria Elena Boschi, credo molto nella relazione tra donne. Con Teresa, quando lavoravamo al Jobs act, legge importante e innovativa, bastava uno sguardo per capirci. Maria Elena invece ha appoggiato la mia battaglia per modificare al Senato la legge sul Dopo di noi. Non sono cose da poco. Quando hanno fatto la scelta di Italia viva io ho cominciato a rifletterci su. Ma vorrei dire un'ultima cosa: una delle ragioni che mi hanno fatto scegliere per lv è che il Pd non si è accorto che il lavoro con lo sviluppo tecnologico è cambiato e che quindi anche le politiche su quel fronte devono cambiare. Renzi questo lo ha capito. E un politico contemporaneo».