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Annamaria Parente: "Cura della salute e lavoro il binomio per ripartire"

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L'intervento pubblicato sul "Quotidiano del Sud", 1 settembre 2020.

"Sanità e lavoro" rappresentano un binomio inscindibile dal quale ripartire. Ci saranno nei prossimi mesi sviluppo economico ed occupazionale solo se metteremo in sicurezza la salute, controllando la crisi epidemica mondiale. Ma nulla potrà essere come prima, cambieranno le modalità di lavoro in generale, il lavoro nel settore sanitario e la composizione dell'occupazione., E necessario fare tesoro della brutta esperienza del coronavirus per lavorare in smart working, alternando lavoro da remoto e in presenza al fine di rafforzare il welfare aziendale, la produttività e smaltire il traffico sulle strade e nelle grandi città. A tale proposito occorre, dopo la fine dello stato di emergenza, ritornare allo spirito e alla lettera della legge 81 del 2017, prevedendo l'accordo individuale e una contrattazione aziendale e territoriale tra le parti.

Questo mutamento delle condizioni lavorative implica un cambio di passo nel management e nella realizzazione di diverse organizzazioni del lavoro più rispondenti alla necessità non solo di contenere l'epidemia ma di conciliare meglio tempi di vita e di lavoro, raggiungendo anche una migliore produttività, come molte aziende stanno già sperimentando. Bisogna rafforzare il sistema sanitario con lo sviluppo della medicina territoriale e domiciliare, una reale integrazione sociosanitaria e la previsione di presidi medici nelle scuole e nelle università.

Cambierà dunque il lavoro nel settore sanitario. Avremo bisogno di più medici, infermieri e specialisti, assistenti sociali. E fondamentale sviluppare la telemedicina e, dunque, lo sviluppo delle autostrade informatiche e del 5 G saranno determinanti per la sicurezza e la competitività del sistema italiano. Nello stesso tempo è urgente avere sempre di più banche dati che si parlino tra loro, digitalizzazione della sanità e gestione di data base. In questi campi sono indispensabili nuove figure professionali, già attualmente richieste dal mercato del lavoro, ma che spesso non si trovano.

Occorre al più presto sopperire a queste carenze con una cura delle competenze della nostra forza lavoro in generale, nel sistema sanitario in particolare, accompagnata da un grande piano di formazione nazionale, in grado di rispondere anche a un cambiamento del sistema sanitario integrato tra ospedali e task forse territoriali, composte da diverse professionalità autonome, ma in grado di lavorare in equipe. Inoltre si creeranno posti di lavoro aggiuntivi nel settore della ricerca, del farmaceutico, della produzione di igienizzanti e di dispositivi di sicurezza, delle imprese di pulizia e sanificazione.

E qui è nostra responsabilità mettere in moto una politica che agevoli realmente l'occupazione giovanile, anche con "quote giovani" per equilibrare la presenza dei giovani nelle sedi decisionali. La terribile crisi da Coronavirus deve essere per noi un'opportunità di investimenti adeguati e di occupazione nuova e qualificata. Le risorse della comunità, europea ci verranno in soccorso se terremo insieme cura della salute e sviluppo del lavoro.