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Amministrative a Napoli, Migliore: "Primarie per costruire la coalizione"

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Intervista di Adolfo Pappalardo, "il Mattino", 19 aprile 2021.

«Chi critica, senza secondi fini, perché dobbiamo strutturarci meglio come partito ha tutto il diritto di farlo. È vero», ammette Gennaro Migliore, parlamentare di Iv, riferendosi alla critiche della base del suo partito. Malesseri e mal di pancia per la mancanza di organizzazione da molti mesi a questa parte mentre qualcuno medita l'addio da Iv.

Onorevole dopo il boom, Italia Viva vede a Napoli la decrescita? Tra mancanza di riunioni e voglia di dire addio.
«Beh, appena l'altro giorno abbiamo convocato una riunione».

Convocata però dai comitati renziani proprio perché, dicono, non si discuteva da mesi: dalle regionali a oggi.
«Ho concluso proprio io i lavori. Certo ci troviamo ora in una crisi di crescita e non critico chi chiede una maggiore organizzazione. Iv in Campania ha preso oltre il 7 per cento alle regionali ed è una realtà fatta da amministratori e dirigenti ma io rimando agli organismi provinciali la necessità di mettere in campo i nostri organismi. Ma, attenzione, leggo di situazioni difficili in tutti i partiti».

Critiche ingiuste quelle della base e di alcuni amministratori?
«Ne hanno tutto il diritto, spero solo che non lo facciano per secondi fini...».

Molti non sapevano nemmeno della sua discesa in campo per le primarie. Ammesso che si facciano.
«Ma è mai possibile che una capitale come Napoli debba aspettare prima cosa accade nel centrosinistra a Roma? Una candidatura è sempre un atto di responsabilità individuale all'interno di un progetto collettivo ed un passo che trova sempre entusiasti, favorevoli e contrari con riserva e contrari. Anche l'annuncio di Bassolino ha diviso il Pd se alcuni dirigenti sono con lui. Come potrebbe accadere con me. Quello che manca comunque è il riconoscimento della legittimità dei contributi di chi vuole fare il bene della città e con l'intenzione ferma di essere parte della coalizione. Vorrei invece dire due cose a Sarracino che, leggo, annuncia di essere pronto al candidato unitario».

Prego.
«Se i nomi sono sempre gli stessi, il nodo poteva essere sciolto anche mesi fa. A me sembra invece la battuta sulla metro di piazza Bovio: ma la stanno cercando o costruendo? Ma se non c'è unità e ci sono più nomi di centrosinistra bisogna dare il senso alla parola unitario che oggi non vedo. E secondo: bisogna iniziare la campagna elettorale».

Quindi servono i gazebo.
«Io mica non sono d'accordo a fare il candidato unitario ma allora potrei essere io questo nome visto che ho una riconosciuta esperienza politica e amministrativa. Io comunque sono interessato a sapere se su alcuni punti decisivi si converge su questa coalizione perché non tutto è scontato. Ci vuole appoggio riformista e vedo invece ammiccamenti a Dema quando si dovrebbe chiudere definitivamente questa stagione».

Eppure siete solo voi e i Verdi a chiedere le primarie.
«Finché non ci riuniamo sì, ma qualcuno al tavolo forse lo dirà. Io credo invece sia solo il Pd a non volerle a Napoli mentre le vuole ovunque».

Al momento sono fissate solo a Roma e Letta ribadisce che non sono un dogma ma si decide sui territori.
«A Bologna si faranno mentre a Torino se ne discute. Ma l'obiettivo da prefiggersi è trovare il nome più unitario possibile mentre vedo che si sta perdendo molto tempo prezioso».

Non è che finirà come nel 2015 quando proprio lei si ritirò dalle primarie appena tre giorni prima del voto?
«Si trattava di regionali e allora ricevetti una richiesta di impegnarmi da parte dell'allora segretario nazionale, in questo caso invece metto l'impegno personale di una vita a spendermi per Napoli. E comunque anche quelle primarie servirono: fecero emergere un governatore come De Luca che poi si è rivelato, ci dicono ben due elezioni, fortissimo».