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Amministrative a Napoli, Migliore: "Pd subalterno al M5S, si facciano le primarie"

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Intervista di Adolfo Pappalardo, "il Mattino", 7 aprile 2021.

«Nelle altre grandi città al voto non c'è alcun affanno a chiudere alleanze tra Pd e M5s. Solo a Napoli...», quasi sospira Gennaro Migliore, parlamentare di Italia Viva, che accusa i democrat napoletani di «subalternità ai grillini».

«Fossi nel Pd non farei l`accordo con i 5 stelle», dice Renzi. Quindi Iv pone un veto?
«Bisogna partire dai sì non dai mai e in questo senso le osservazioni su chi deve essere escluso lasciano il tempo che trovano. Il senso delle nostre proposte per Napoli, invece, è di valutare quale sia la risposta più efficace da dare alla città. E questa risposta non viene da una formula alchemica ma da una discussione sui programmi».

Quindi? Il Pd vi accusa di mettere a rischio il percorso fatto sinora.
«La proposta vincente è quella della coalizione di De Luca e non capisco le dichiarazioni di alcuni dirigenti del Pd che accusano Renzi di mettere a rischio la coalizione. Usciamo fuori dalle questioni: ho stima personale nei confronti del presidente Fico ma non è un'illuminazione quella che porta a una candidatura, deve esserci un processo. E poi, aggiungo, non capisco perché non si facciano le primarie».

A Roma si evocano ma a Napoli no perché per due volte, inutile ricordarlo, si è finiti in testacoda.
«Non è che le primarie non funzionano a Napoli, è il Pd che non le sa fare. O altrimenti perché si fanno nelle altre città senza problemi: comunque mi sembra un ragionamento autolesionista. Se poi ci sarà una ulteriore evoluzione che porta ad un accordo su programma e candidato, vediamo, ma per ora le primarie mi sembrano lo strumento migliore non solo per scegliere il nome ma anche per definire il perimetro della coalizione e, quindi, anche quello programmatico. Anche perché ad oggi mi sembra si parli poco di Napoli. A cominciare dal Recovery e dalle sinergie con enti nazionali e privati per gestire i fondi in arrivo sino a Naplest, non come esperienza fantasiosa ma come progetto da realizzare».

Come si comporterà Italia Viva: si siederà ancora al tavolo della coalizione?
«Ci siamo sempre seduti e ci siederemo ritenendo che lo spazio migliore sia il perimetro dell'esperienza del voto regionale».

Un tavolo dei veti: no ai grillini da parte di Iv e dei deluchiani.
«Non siamo noi quelli dei veti, vogliamo solo una proposta politica di alto livello, a partire dalle forze politiche che hanno appoggiato De Luca. Mi chiede di aderire a una candidatura grillina? Io non ho pregiudizi ma credo che noi abbiamo un profilo diverso da loro: siamo per la costruzione di un campo riformista vero a Napoli che sia anche un segnale nelle altre città d'Italia. E parlo di un vero campo ma senza subalternità».

Si riferisce al Pd? Crede quindi che siano subalterni al M5S?
«Mi pare che si manifesti apertamente questo anche in relazione a questa fase politica del Pd napoletano. Perché io non vedo tutto questo affanno a fare un nome con M5s a Torino, Roma o Bologna ma solo qui. E lo trovo singolare perché ovunque c'è un rapporto equilibrato tranne a Napoli dove si dà centralità ai grillini».

Forse perché a Napoli, con Bassolino in campo, il centrosinistra è più diviso che altrove. E i grillini servono.
«E lo vogliamo iniziare a frastagliare con chi ha vinto le elezioni? Realisticamente bisogna partire dallo schema della Regione su cui persino Ruotolo è d'accordo. Invece a Napoli si porta un nome fuori da questo schema e si spaccia per la linea nazionale. Noi non mettiamo in discussione l'alleanza: ci siamo noi alla Regione, non mi risulta i 5 Stelle tranne che due rabbercianti esperienze in Campania alle ultime amministrative. Anche con l'elezione di Ruotolo, i grillini non erano con noi».

Intanto si chiede da più parti una legge speciale per Napoli.
«Tutti parlano della legge speciale su Napoli ma la prima norma speciale è l'utilizzo dei fondi per il Recovery. Io sono per fare un patto tra tutti i soggetti che si candidano a Napoli per un impegno serio: investire bene queste risorse e garantirne continuità».

E per il deficit?
«Mi metto nei panni del governo: chi potrebbe mai fidarsi di de Magistris che ha portato il deficit da 800 milioni a 3 miliardi? Certamente una legge per Napoli serve ma senza che l'attuale sindaco, ormai completamente assente, possa toccarne nemmeno un centesimo».