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Amministrative a Napoli, Migliore: "La coalizione non esiste più. Parliamo solo con l'ex rettore"

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Intervista di Adolfo Pappalardo, "il Mattino", 30 maggio 2021.

«Una cosa è certa: non ha più senso tenere in piedi il tavolo di coalizione», dice tranchant il parlamentare di Italia Viva Gennaro Migliore riferendosi alla squadra che appoggerà Manfredi. Ma da questo momento, questa è la sintesi, Italia Viva parlerà direttamente con l'ex ministro per bypassare il gruppo Pd-M5s-Leu.

Cosa ne pensa della candidatura di Manfredi?
«Lo conosco e stimo da anni ed anche per questo trovo particolarmente ingiusto rappresentarlo come la scialuppa di salvataggio di una coalizione che non esiste più né a Roma, né altrove. Rispetto la sua disponibilità, che verificheremo con un confronto, ma non posso avere lo stesso atteggiamento per chi ha snobbato Napoli e se ne è ricordato solo per salvare un progetto politico».

È molto duro.
«Non posso non esserlo. Per questo le aggiungo anche che non ha più senso il tavolo convocato da mesi da Marco Sarracino. Che senso ha? Anzi auspico che si chiuda, già con la riunione di domani (oggi, ndr)».

Italia Viva si sta tirando fuori?
«Quest'alleanza al momento è composta da due gruppi. Da un lato ci sono i nostalgici del fallimentare governo Conte 2; dall'altro noi, un gruppo di forze riformiste che, anche elettoralmente, conteranno molto in una città come Napoli. E lo dico anche visti i risultati delle ultime regionali».

Lei sottolinea che ci deve essere una conferma di Manfredi. Ancora dubbi?
«No affatto ma da ora con un rapporto diretto con Manfredi e con un'idea di definire quelle che sono le condizioni politiche indispensabili».

Quali sono queste condizioni?
«Sicuramente una netta discontinuità con questa amministrazione comunale e con chi la sta ancora frequentando».

Con chi ce l'ha?
«Non riesco a capire come una parte di Leu sia ancora con de Magistris senza mostrare pentimenti o prese di distanza. Per questo Gaetano Manfredi dovrà usare parole chiare per archiviare la stagione del populismo».

Non sembra lo spirito giusto per un'alleanza.
«Noi siamo orientati ad un rapporto diretto con l'ex ministro però non c'è più la squadra di qualche mese fa. Perché si era raccontato di un accordo che ricalcasse il modello regionale mentre invece poi ha prevalso l'ansia da prestazione. Ed a questo punto si fa una valutazione diversa».

Quale?
«Si fa un'alleanza competitiva dove ognuno porterà i propri contributi. Perché Pd e company pur di accontentare i propri vertici romani non hanno fatto partire la coalizione con il piede giusto. Proprio da questo veniva la nostra richiesta di primarie: per ragionare di politica. E invece i partiti napoletani hanno dimostrato di non essere affezionati alla città ma solo alle alchimie politiche. Per fortuna non si è andati verso un nome grillino ma su una personalità riformista di indubbio valore. Solo per questo siamo ancora qui».

Pd, grillini e Leu sottolineano invece questo accordo.
«C'è stata, infatti, una totale disattenzione nei confronti dell'alleanza ed è il segno di una classe politica che non ha rispetto per nessuno. Senza contare che, mettendoci questo cappello, hanno fatto un torto al candidato stesso».

Quali richieste porterete al tavolo di Manfredi quindi?
«Sicuramente una netta discontinuità con de Magistris e la richiesta di un maxi intervento che cambi radicalmente il rapporto con le aree di trasformazione urbana: da bagnoli a Napoli est dobbiamo avere capacità progettuali per attrarre investimenti privati e legati al Recovery. Terzo: un gigantesco impegno per recuperare le diseguaglianze determinate dalla povertà educativa e restituire a Napoli e alla sua area metropolitana una centralità culturale che gli ultimi dieci anni hanno fortemente messo in discussione».

Come vede il vostro competitor Maresca?
«Trovo gravissimo che un magistrato, che ha esercitato la posizione inquirente sino alla scorsa settimana, possa candidarsi nel suo distretto».

Non c'è una legge che lo vieta.
«Così come è stato indicato dall'Anm, presenterò una proposta di legge per evitare questa disinvoltura. Perché non possiamo accettare che il Csm non eserciti la propria funzione, faccia finta di nulla e non dia una indicazione sulla violazione al principio di terzietà della magistratura».

Intanto il governo si è mosso sulla situazione debitoria di San Giacomo.
«Io ho sempre detto che serviva muoversi in accordo con tutte le forze politiche, centrodestra compreso. Ma serve un cambio di passo per accertare le responsabilità di chi ha prodotto quel buco».