L'intervista pubblicata da "la Nazione", 7 settembre 2021.
Italia Viva ha ribadito nei giorni scorsi la scelta di voler creare un terzo polo, in parte, in larga parte ancora da costruire e in grado di rivolgersi agli scontenti di centrosinistra come a quelli di centrodestra. Alberto Baccini, coordinatore di Lucca di Iv, spiega il perché del distacco dal Pd e dalla candidatura di Francesco Raspini.
Il Pd pare aver scelto Raspini come candidato sindaco.
«Abbiamo posto un problema, ci siamo già incontrati con i vertici del Pd, non abbiamo preclusioni particolari se non verso forze populiste o sovraniste, ma...».
Ma?
«Ci pare una sostanziale continuità e per noi la discontinuità con il passato è fondamentale. Un eventuale candidato che sia un amministratore uscente è di fatto una continuità e per quello che vogliamo rappresentare è un elemento di difficoltà. Fermo restando che il discorso non ha nulla di personale e che stimiamo Raspini, che conosco dai tempi in cui si impegnò per il referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi, ma la sua figura rappresenta una situazione che per noi non è percorribile».
Cosa imputa al Pd?
«Il Pd deve scegliere se privilegiare i suoi equilibri interni o ricercare il benessere pubblico. Il caso degli assi viari è emblematico: su quella vicenda c'è una parte della maggioranza che governa Lucca che si oppone, senza dimenticare i contrasti con il sindaco di Capannori, nonché presidente della Provincia».
E cosa non vi ha convinto dell'amministrazione Tambellini?
«C'è una sensazione diffusa, e che non riguarda solo noi, ovvero che non abbia dato le risposte che la città attendeva, è mancata la capacità di programmare non dico a lungo termine ma anche a medio termine. Sento parlare di poteri forti, questi ultimi si fanno avanti quando sono deboli gli altri, in altre parole, quando non si è in grado di dettare l'agenda, qualcuno ci sostituisce. Mi preoccupo più dei poteri deboli che di quelli forti».
Parteciperete alle eventuali primarie di coalizione?
«Credo che sarebbe una sorta di esercizio di democrazia falsata: il Pd farebbe la parte del leone imponendo il proprio candidato, lo dico senza assolutamente voler far polemica. E poi, comunque, penso che il Pd abbia già scelto».
Nel centrodestra il nome di Pardini ha sùbito uno stop da più parti.
«Mi pare regni sovrana la confusione: gli equilibri politici stanno davanti ai programmi politici, che invece per noi sono al primo posto. Per questo Italia Viva crede in una coalizione che unisca forze varie con grande libertà di movimento e svincolata dagli equilibri interni dei partiti».
C'è chi dice che il candidato ideale del terzo polo sarebbe Giorgio Del Ghingaro.
«È tanto che non mi sento con l`amico Giorgio, non so cosa abbia in mente. Quando eravamo sindaci dirimpettai, lui a Capannori io a Porcari, abbiamo avuto scontri, ma è un amministratore di primissimo livello, uno dei migliori in assoluto. Se si candidasse, sarebbe una candidatura autorevolissima»