L'intervista pubblicata dal quotidiano "Metropolis", 8 luglio 2021.
«Di questo passo nessuno vorrà più assumersi la responsabilità di questo ruolo». È l'allarme lanciato dal sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, vicepresidente dell'Anci (Associazione Nazionale Sindaci Italiani) a margine della manifestazione organizzata ieri a Roma.
Buonajuto, i sindaci sono sotto attacco?
«Noi non vigliamo privilegi. Vogliamo solo essere giudicati per le nostre reali responsabilità. Se per ogni atto si rischia di finire a processo c'è il pericolo che saremmo obbligati a non operare. E questo va contro gli interessi dei cittadini e delle comunità che dobbiamo amministrare».
Cosa intende?
«Io sono anche un avvocato. La legge sull'abuso d'ufficio, ad esempio, va rivista così come vanno stabiliti paletti e parametri precisi per valutare le colpe dei sindaci. La vicenda di Crema è eloquente in questo senso. Chiediamo solo che i reati per gli amministratori locali riguardino fattispecie ben definite».
Sì, ma intanto tra poco dovrete gestire appalti milionari.
«Questo è un altro tema importante. E anche su questo occorrono regole chiare a seconda delle necessità delle varie realtà interessate. Le faccio un esempio».
Prego.
«Pensare di investire negli immobili in un territorio come quello dell'area metropolitana di Napoli è più complesso che altrove. Ci sono 100.000 richieste di condono. E poi l'urbanizzazione e la densità abitativa rendono complessa anche l'apertura di un piccolo cantiere, figuriamoci le grandi opere e infrastrutture. Per questo occorrono regole certe, chiare che tengano in considerazione le varie realtà».
Durante la manifestazione si è parlato anche del Recovery, dei soldi, del rischio che il divario tra Sud e Nord possa ampliarsi. Lei è d'accordo?
«Guardi anche su questo tema vanno considerati molti aspetti. Il vero rischio, per il Sud, è di non riuscire a spenderli quei soldi».
Perché?
«Perché ci sono le regole che ingessano l'attività dei sindaci, perché abbiamo carenze di personale e la difficoltà oggettiva nell'elaborare i progetti a causa delle tipicità di cui parlavo prima».
Insomma, secondo lei servono regole chiare e nuove assunzioni?
«È l'unica soluzione possibile. Se non interveniamo con forza su questi temi, creando eccellenze della pubblica amministrazione, i Comuni sono destinati a morire».