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Ambiente, Preziosi: "Guanti e mascherine anche nelle reti dei pescatori"

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La nota della coordinatrice di Italia Viva, sul quotidiano "Roma", 29 luglio 2020. 

«Tanto preziose nella lotta al virus, le mascherine stanno diventando uno dei rifiuti più odiosi nelle acque della Campania».

A guardare con preoccupazione alle ripercussioni ambientali di questa emergenza Covid è Barbara Preziosi, coordinatrice provinciale di Italia Viva. «Anche i guanti monouso - aggiunge - stanno invadendo i nostri mari e le spiagge. Addirittura i pescatori iniziano a trovarli nelle reti. Chi getta guanti e mascherine usati per terra commette un reato contro l'ambiente e mette anche a rischio la salute pubblica perché aumenta la possibilità di contagio da Covid-19».

Da imprenditrice e da madre, Preziosi ha da sempre una grande attenzione alle politiche sostenibili e ora, impegnata al servizio della causa politica di Italia Viva, rilancia un pacchetto di misure che potrebbero veramente fare la differenza in regioni come la Campania.

«Durante il lockdown - ricorda Preziosi - abbiamo visto rinascere il nostro mare. E stata, anche se in un contesto che non avremmo mai voluto vivere, la dimostrazione di quanto le attività umane siano devastanti per il territorio e di come a gravare sulla salute della nostra splendida Campania siano in prevalenza le attività produttive che scaricano abusivamente a mare ogni genere di sostanza».

Per la coordinatrice provinciale di Italia Viva, con il 99% dei campani chiusi in casa a gravare sulla rete fognaria, se il vero problema fosse nei depuratori, le acque non sarebbero certo tornate pulite. Evidentemente il problema è altrove.

«Da sempre Italia Viva - conclude Preziosi - sostiene che ci vuole una riforma fiscale green, una riforma che preveda una serie di incentivi fiscali per le aziende realmente green. Ma non basta, dobbiamo puntare ad un controllo serrato delle dinamiche di cambiamento, con un bilancio ambientale che diventi esso stesso parte integrante del Bilancio pubblico dell'impresa. Quello che serve è una rivoluzione culturale, partendo dalle scuole, dove dovrebbe essere obbligatoria l'educazione ambientale. La Campania ha fatto molto in questi ultimi anni per invertire la tendenza, ora dobbiamo puntare al cambio di passo. Migliorare la qualità del nostro mare e dei nostri litorali è anche un modo per dare nuovo smalto all'industria del turismo e nuova linfa vitale ad un tessuto socio-economico drammaticamente impoverito dalla pandemia».