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Ama, Italia Viva Roma: "Raggi scarica sui cittadini i conti da pagare"

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La nota di Cappa, De Santis, Letizi, Luttazi, 9 marzo 2021.

“La vicenda AMA, quella dei suoi bilanci e del piano industriale oltre a essere paradossale è il punto più basso toccato da questa amministrazione, altro che salvare AMA come Atac, che poi anche su quello sappiamo tutti che non è così.”

“Ma stavolta si rischia davvero un crash totale per la totale incompetenza della sindaca che cerca di coprire i suoi errori e la sua incompetenza con azioni di forza sostenuta da pochi fedelissimi e, quello che è più grave, scaricando il costo di tutta l’operazione sui cittadini che già sono vittime di un servizio non all’altezza di una capitale europea”. Così in una nota Alfredo Letizi e Ettore Luttazi di Italia Viva Roma insieme ai coordinatori cittadini Marco Cappa e Eleonora De Santis.

“Per arrivare - affermano Cappa e De Santis - all’approvazione dei bilanci del 2017/18/19 la sindaca cancella i 106 milioni di crediti che il Comune vantava dalla partecipata, su quei crediti negli anni scorsi com’è noto sono caduti e cambiati più volte assessori e management di Ama, presentando tra l’altro un piano industriale senza capo né coda, a dir poco fumoso con investimenti per niente mirati come la follia dei 4 milioni di euro da investire per la separazione dei pannolini, quando non si è in grado di separare il vetro dalla plastica, mentre la differenziata ha previsione di crescita dello 0,5 % che vuol dire nulla e i due impianti di compostaggio previsti a Cesano ed a Casal Selce che dovevano essere pronti nel 2020, non lo saranno neanche nel 2021. Forse se ne riparla nel 2022”.

In definitiva, aggiungono gli esponenti di Italia Viva, “La Sindaca Raggi parla di operazione verità, ma l’unica verità che è sotto gli occhi di tutti è la sua incompetenza certificata: se entro il 18 marzo la delibera non sarà approvata dall’assemblea capitolina, e la sicurezza non c’è visti i malumori tra i consiglieri cinque stelle che dovrebbero sostenere questa delibera, la Procura dichiarerà il fallimento dell’azienda, in caso contrario l’AMA si salverà ma i 250 milioni che saranno versati sul conto di ama per salvarla saranno sulle spalle dei cittadini, questo perché in cinque anni non si è riusciti ad avere una strategia, una linea da seguire e a investire in modo adeguato".

“Una questione così importante non può essere approvata sul filo di lana senza dare la possibilità a chi dovrà votarla di analizzare a fondo tutti i documenti. Appare più come il tentativo di salvarsi la propria pelle con un atto di forza scaricando tutti sulla pelle dei romani”, concludono gli esponenti di Iv Roma.