Alessandria, Cristina Bargero: "Renzi è propositivo e vede prima degli altri. Italia Viva crescerà"

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Intervista di Massimo Brusasco, "il Piccolo", 17 novembre 2020.

Cristina Bargero, già parlamentare del Pd e ora uno dei principali esponenti di Italia Viva dell’Alessandrino, è stata promossa tra i cinquanta del Comitato nazionale, ovvero la direzione politica del partito fondato da Matteo Renzi.

Un bel riconoscimento, onorevole Bargero.
Mi fa molto piacere che abbiano fiducia in me. In Piemonte siamo stati scelti in quattro, di cui due di Torino e uno di Novara.

Possiamo immaginare quale sia l’argomento di discussione in questo periodo...
Oggi, necessariamente, si ragiona su come uscire da questa emergenza. Tutte le nostre energie sono assorbite dal problema Covid. L’obiettivo è portare al Governo e al Parlamento contributi e proposte sia in materia sanitaria che economica.

Però, più che alleati, talvolta siete considerati una spina nel fianco della maggioranza. Non trova?
Vero, ma le osservazioni di Matteo Renzi sono sempre all’insegna della collaborazione. Lui tenta di lanciare allarmi relativamente a problemi che poi, in effetti, si verificano.

Ad esempio?
Che ci sarebbe stato un grosso guaio riguardante la scuola, Renzi lo immaginava a marzo. Bisogna ammettere che lui vede le cose prima di altri. E il Mes? Non prendere i soldi del Mes è follia. Se avessimo avuto quel denaro probabilmente non vedremmo le criticità di questi giorni, col personale sanitario fortemente sotto stress.

Resta il fatto che Italia Viva è un’opposizione all’interno del Governo. O no?
I governi di coalizione hanno tante anime. La sfida è trovare una sintesi. Si deve abbassare il tono delle polemiche e lavorare anche con le Regioni.

Con le Regioni, a dire il vero, sembra una “missione impossibile”.
E allora, posso dire che se avesse vinto il “sì” al referendum del 4 dicembre 2016, molte cose sarebbero cambiate? Vale anche per i rapporti tra Stato e Regioni.

Renzi e il Pd avevano l’Italia in mano. Poi, però...
Resta il rammarico. Purtroppo le cose non sono andate come avremmo voluto, ma bisogna guardare avanti. Certo è che ora ci troviamo un Governo nato da una situazione molto particolare. E punto, occorre fare battaglia. Italia Viva è nata guardando al domani.

Però gli elettori di oggi non vi premiano.
Non abbiamo numeri altissimi, ma garantiamo un contributo di idee e proposte. Subito, nei nostri confronti, si polemizza, ma poi gli alleati recepiscono le nostre idee e le fanno loro. Ci consideriamo una “start up” che deve crescere. Certo è che la pandemia non aiuta un partito che si deve radicare sul territorio.

C’è davvero spazio per voi?
Sì, perché in questo Paese la componente riformista è sempre forte.

A livello locale come va?
A Valenza, Italia Viva ha avuto grande coraggio a presentarsi alle elezioni, impegnandosi alacremente nei mesi estivi. Mauro Milano e Saveria Minniti hanno lavorato come leoni.

Ma ha vinto il centrodestra.
Per un pungo di voti. Si va a cicli storici: ora il centrodestra è forte in regioni e comuni che erano amministrati da noi.

Parliamo di futuro. Obiettivo?
Rafforzare l’area centrista, in cui cui c’è anche Calenda.

E in cui ora Berlusconi parla da statista ed è collaborativo.
Sta dimostrando grande equilibrio. Quando Renzi faceva accordi con Berlusconi, si parlava di inciucio. Ora che c’è di mezzo Zingaretti va bene...

Come chiudiamo?
Chiedendo sobrietà. Il momento lo impone. Abbassiamo i toni almeno per rispetto dei malati, del personale medico e delle forze dell’ordine che rischiano ogni giorno.