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Al via Radio Leopolda, Giachetti: "La parola ascoltata è uno strumento di dialogo"

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L'articolo di Alessandro Trocino su "il Punto del Corriere della Sera" 13 gennaio 2022. 

«Matteo voleva una tv, ma poi abbiamo deciso che era meglio virare su una cosa diversa». Roberto Giachetti è un vecchio lupo della radio, per anni ha navigato sulle onde selvagge di Radio Radicale, quando Marco Pannella imperversava: «Ogni volta che eravamo in diretta e ci chiamava, si moriva di terrore». Politico anticonformista, versato per la comunicazione e il giornalismo, ha tenuto una video-rubrica su Youtube intitolata «Pillole da Montecitorio» e, durante la pandemia, si è esibito la mattina con una rassegna stampa casalinga e la sera con giochi, poesie e cotillon.

Ora dirige Radio Leopolda, una web radio che ha cominciato ieri le prime trasmissioni e che aveva immaginato da tempo lui stesso: «Io in realtà già durante la pandemia avevo proposto a Matteo un progetto — dice Giachetti al «Punto» — poi, durante l’ultima Leopolda, Matteo mi ha detto: via, facciamola, dal 12 gennaio si parte. E così, ci siamo buttati in questa avventura, decidendo di partire con una radio, anche perché in tempi di litigi e insulti, la parola ascoltata è uno strumento di dialogo».

Radio Leopolda - che si può ascoltare sulla app dedicata - avrà due programmi in diretta, la rassegna stampa «La sveglia di Bobo», alle 7.30 del mattino, e QuirinalCast, con Marco Di Maio, alle 22.30. Per il resto molte rubriche che saranno subito distribuite sulle piattaforme podcast. Tenute da parlamentari, che racconteranno anche dei temi seguiti in Parlamento (tra loro Davide Faraone, Ivan Scalfarotto, Gennaro Migliore), ma anche esterni: i primi nomi sono quelli di Matteo Bassetti, intervistato ogni settimana; l’economista Marco Fortis, la radicale Rita Bernardini e Chicco Testa.

Italia Viva, dunque, prova a creare una community alternativa ai social, tanto contestati da Renzi: «La politica è una cosa seria, non si fa con i like di Facebook». Di radio politiche, finora, se ne ricordano due: Radio radicale («non vogliamo scimmiottarla, è irraggiungibile») e Radio Padania. Italia Viva è il primo partito a puntare seriamente su podcast e web radio, come spiega Alessio De Giorgi, uno dei due vicedirettori insieme a Marco Di Maio. Nel primo giorno ci sono stati, aggiunge, «più di 4 mila ascoltatori in simultanea».

Certo che partire proprio ora, sotto voto per il Quirinale, non sembra un caso: «Ah questo chiedetelo a Matteo. Non credo, comunque, che sarà così interventista in radio come Pannella». Forse no, ma già stasera manderà in diretta sulla radio il suo intervento su La7 a «Non è l’Arena». Ma quanto costa fare una web radio? «Noi siamo partiti con pizza e fichi - dice Giachetti - nel senso che abbiamo comprato qualche microfono e paghiamo qualche tecnico. Diciamo che costerà sui 100 mila euro all’anno». Prossimamente si pensa ad altre rubriche di esterni: «Siamo una radio di partito ma non vogliamo esserlo del tutto, vogliamo essere un canale di confronto, di dialogo, di apertura. Tra le dirette che faremo, c’è quella del 18 gennaio, quando Emmanuel Macron parlerà al Parlamento europeo».