L'intervento sul "Quotidiano di Puglia", 19 aprile 2022.
Con lo scioglimento del Comune di Trinitapoli sale a 24 il numero dei comuni sciolti per mafia in Puglia negli ultimi anni. Triste primato tra tutte le regioni d'Italia, che evidenzia il persistere di crepe profonde nel rapporto tra democrazia e potere e che richiederebbe una riflessione seria sul forte valore etico che ogni livello rappresentativo dovrebbe possedere.
Sembra quasi che siano argomenti obsoleti e che parlare di legalità o di trasparenza sia oggi solo retorica. Ma i dati parlano chiaro. E per ogni comune sciolto, viene meno un valore della democrazia.
Ed è come se nel tempo non fossimo stati in grado di preservare quel patrimonio di valori cui la nostra storia si è nutrita. Parole come diritti, giustizia, libertà, uguaglianza, idealità hanno lasciato il posto a parole quali corruzione, concussione, affari, intrighi di palazzo, infiltrazioni. E così tutto si è imbruttito. La democrazia si è imbruttita. Lasciando il posto alla mafiocrazia.
E quasi non ce ne accorgiamo e consideriamo normale che tutto ciò accada. Invece non è assolutamente normale avere una rappresentanza corrotta. Non è normale avere una rappresentanza condannata. Non è normale non provare un minimo di indignazione. Non si può stare a guardare o, ancora peggio, farci prendere dalla rassegnazione.
E davanti a chi dice che niente è più possibile fare per cambiare le cose, occorre rispondere che ogni cambiamento può e deve iniziare da ciascuno di noi. Da quello che vogliamo e da come scegliamo. Dalle nostre azioni finalizzate al bene individuale o a quello collettivo. Dalla nostra capacità di abbandonare il nostro egoismo a vantaggio della comunità cui apparteniamo. Se saremo disposti a fare questo, avremmo già contribuito a dare valore etico alle nostre azioni. E allora il cambiamento sarà iniziato.
