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Abruzzo, D'Alessandro: "Ora è il momento di un'alleanza tra i riformisti"

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L'intervento pubblicato da "il Centro", 27 ottobre 2021.  

Gentile Direttore,

ho imparato che in politica peggio dì una sconfitta è la sua analisi, cosa che sta accadendo nel centrodestra abruzzese le cui giustificazioni iniziano a raggiungere livelli imbarazzanti, ma raramente è capitato di farsi del male nell'analisi di una vittoria che in Abruzzo c'è stata: netta, del centro sinistra largo - plurale - civico.

Innanzitutto, cosa non è accaduto: l'auspicata alleanza strutturale tra Pd e 5 Stelle, salvo in un caso a Sulmona. Ovunque i pentastellati hanno presentato candidati alternativi, con evidenti tassi di aggressività nei confronti dei candidati e delle esperienze amministrative del Pd, da noi, invece, difesi e sostenuti con decisiva consistenza elettorale. Se questo è il tema lo svolgimento dovrebbe essere conseguente: il centrosinistra può vincere se mette in campo credibilità dei suoi candidati e dei suoi programmi, ovvero se torna a fare politica. L'alternativa sono le addizioni che in politica non sempre ridanno i risultati attesi e a volte si trasformano nel suo contrario, in sottrazioni.

Tuttavia, incredibilmente, il dibattito post-elettorale si è svolto attorno a un fantasma, l'alleanza fantasma con il M5S in Abruzzo: un non fatto, elevato a discussione, esploso nel luogo simbolo che si intende riconquistare: il consiglio regionale. Proprio da lì si è alzato l'attacco del M5S, frontale, senza appello, al Pd, alle sue scelte, a partire dalla sanità, al lavoro del governo D`Alfonso, che al contrario oggi andrebbe reso ancora più evidente nel confronto con l'attuale indefinibile giunta Marsilio, lavoro che rivendico come patrimonio da cui ripartire.

C'è un fatto nuovo, positivo, importante e noi ci stiamo: il tavolo del centrosinistra. Ho chiarito in privato e lo faccio pubblicamente: viene prima l'Abruzzo rispetto alle divisioni identitarie. Dobbiamo mettere in campo una alleanza regionalista capace di prefigurare una alternativa concreta, affidabile, preferita perché credibile, Nello specifico di una competizione regionale il veto è l'unità di misura della debolezza, starci è la politica. E noi facciamo politica, non facciamo veti, non li subiamo. Per questo considero debole un atteggiamento da "Aspettando Godot", il quale mandava un suo emissario ad annunciare: "oggi non verrà, verrà domani", che sembra ripetersi in Abruzzo, Il dramma si consuma con l'attesa che ghiaccia, brucia il tempo, eppure chi aspettava Godot rimane in attesa, consunto e immobile, ma l'incontro non ci sarà mai, eppure "They do not move, non si muovono".

Veramente qualcuno pensa che possa interessare agli abruzzesi la geografia della colazione? Ho la presunzione di poter dire di conoscere l'Abruzzo, lo attraverso da sempre, ogni giorno, di lungo e in largo, credo ci sia grande attesa di serietà, di politica, di riformismo, di punti di riferimento dentro la sfida del cambiamento del Paese e del Pnrr. Nulla sarà come prima e noi di cosa ci occupiamo? Sostenere che si va avanti con chi non ci vuole stare, almeno per ora, al di là degli addetti ai lavori, ma chi lo capisce? Chi verrà a dare una mano ben venga, ma senza edificare a monumento una assenza o una presenza.

Facciamo politica. Mi viene in aiuto il ricordo di un gigante abruzzese mai dimenticato, Sergio Marchionne, che appena nominato al vertice della Fiat si recò negli uffici e con sua sorpresa non trovò nessuno. Gli spiegarono che erano in ferie, mentre tutto crollava. Lui chiese: "in ferie da cosa?". Chiedo: andare avanti esattamente "da cosa"?

L'Abruzzo vale di più di questa ginnastica delle parole. Ora, spero, si possa ragionare su cosa invece è accaduto: il centro sinistra largo e fortemente civico ha prevalso e dentro questo risultato le liste dei riformisti hanno raggiunto risultati straordinari, ovunque superando i 5 Stelle. Se lo sguardo si allarga ai risultati conseguiti da Azione, questa potenziale area supera 1110% e appare determinate per ogni futuro scenario.

Per questo abbiamo bisogno di avviare da subito il cammino per la costruzione della casa dei liberali e riformisti abruzzesi. Noi lo faremo. Nelle prossime settimane chiameremo in Abruzzo autentici "testimoni nazionali del riformismo applicato" nel governo dei territori alla ricerca del "modello Abruzzo". Sarà evidente la differenza tra gli "uno vale uno" e quelli che valgono veramente, del resto con Draghi finalmente è tornata l'alternativa della competenza e dell`autorevolezza. Sarà un caso se il centrosinistra è tornato a vincere proprio in questo tempo, mentre sovranisti e populisti perdono? Secondo noi no. Avevamo ragione, ma non lo diciamo troppo forte.