L’intervista di Stefano Ciervo, La Nuova Ferrara, 3 ottobre 2021
Tappa in Emilia-Romagna per Matteo Renzi con “Controcorrente”. Quattro piazze (Parma, Anzola dell'Emilia, Modena e Ferrara), tanta partecipazione ed entusiasmo. Ieri sera al Teatro Nuovo di Ferrara ha detto la sua su Covid, Quirinale, Lucano, alleanze.
Ieri mattina c’erano code di tre ore per i biglietti del Festival Internazionale. C’è voglia di tornare agli eventi in presenza, ma la normalità è ancora lontana. Quanto bisogna spingere sulle riaperture? Mi faccia un esempio. «Dobbiamo ripartire al 100% tutto. Se stabilisci la regola del Green pass - e io sono molto favorevole al Green pass- devi essere conseguente. Che senso ha non riaprire al 100% cultura, teatri, musei, università, stadi? E ovviamente per me devono riaprire anche le discoteche e i luoghi di aggregazione. Il successo di Internazionale e di altri appuntamenti culturali dimostra anche che la cultura, l’educazione, la libera informazione non sono il passato dell’Italia ma il suo futuro. Sento aria di ripartenza e mi sembra bellissimo».
Anche a Ferrara si fanno flash mob per Mimmo Lucano. Che idea si è fatto negli anni del "modello Riace" di accoglienza? La sentenza dei giorni scorsi le ha fatto cambiare idea?
«È una vicenda che fatico a comprendere. Ma non essendo io il magistrato posso solo invitare tutti - giornalisti e politici per primi - ad aspettare le sentenze definitive. Abbiamo avuto coi Cinque Stelle e con la Lega una ubriacatura di giustizialismo. Ma adesso finalmente si capisce che dobbiamo tornare al garantismo che poi è semplicemente il rispetto della Costituzione quando afferma che tutti i cittadini sono innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Vale per tutti, anche per Mimino Lucano»
Alle Comunali ci sono state divisioni anche nel centrodestra: l’alleanza a tre è destinata a finire e come?
«Sarei prudente rispetto a chi intona prematuri de profundis. Ma certo è che uno degli effetti di Draghi premier è quello di aver fatto scoppiare le contraddizioni di entrambi gli schieramenti. A destra dovranno decidere se fare i popolari europei e europeisti o rincorrere il sovranismo nero di Giorgia Meloni. Mentre decidono che cosa fare da grandi noi aiutiamo il Governo e restituire speranza alle imprese e ai lavoratori, facendo così che è giusto per il Paese e non ciò che è utile per i sondaggi. Non è passato nemmeno un anno da quando abbiamo provocato il cambio tra Conte e Draghi e mi sembra passata un’era geologica. Quanto è diverso il paese di Draghi e Figliuolo rispetto a quello di Casalino e Arcuri».
Pare che Mattarella stia cercando casa in vista del trasloco dal Quirinale: in caso non cambiasse idea, è realistico/auspicabile che il successore venga trovato dal perimetro dell’attuale maggioranza di governo?
«L’attuale maggioranza è molto ampia, dunque è probabile che ciò accada. Ma non dimentichiamo che storicamente si cerca sempre di includere l’opposizione nella votazione del Capo dello Stato. Ma nonostante le frenesie di pochi, il tema non è ancora all’ordine del giorno. Per adesso godiamoci il presidente Mattarella e la sua serietà. Siamo molto fieri di aver contribuito a eleggerlo nel 2015».
Italia Viva non è mai decollata nei consensi: rifarebbe tutto quello che ha fatto negli ultimi anni?
«Chi guarda ai sondaggi deve ammettere che Italia Viva non è decollata. Chi guarda alla politica deve ammettere che è vero esattamente il contrario: abbiamo salvato il Paese due volte. La prima mandando a casa Salvini che chiedeva i pieni poteri dal Papeete chiamando elezioni politiche anticipate su cui aveva già l’accordo (sciagurato) anche di molta parte del Pd. La seconda mandando a casa Conte per il quale il Pd voleva immolarsi e portando un leader autorevole come Draghi. Se fossimo rimasti nel Pd non avremmo potuto salvare l`Italia. Dunque rifarei quello che abbiamo fatto, pensando all’Italia e non a noi stessi. Il consenso deve arrivare alle elezioni, non nei sondaggi: e per farlo lavoreremo sodo nei prossimi mesi. Ma Italia Viva ha salvato il Paese, piaccia o non piaccia ai sondaggisti».