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Rosato: "Siamo pronti anche a correre da soli alle elezioni in Veneto"

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Intervista a Ettore Rosato, di Roberta Labruna, su il Giornale di Vicenza del 26 gennaio 2020

Ettore Rosato non guarda ai sondaggi e pensa alle prossime elezioni. Il coordinatore nazionale di Italia Viva, che ieri ha incontrato gli iscritti a Vicenza con la senatrice Daniela Sbrollini, è pronto anche a correre da solo alle regionali di primavera in Veneto. Il partito che Matteo Renzi ha creato uscendo dal Pd ed entrando al governo sta affilando le armi.

La partita elettorale in Emilia-Romagna si gioca sul filo di lana. Il fatto che la regione "rossa" per eccellenza sia contendibile non è già di per sé un messaggio preoccupante per il centrosinistra?

È un messaggio forte della necessità di ricostruzione di un campo. Ma è anche il segnale di una grande mobilità del voto e del fatto che a volte si va al di là degli amministratori che sono in campo.

Nel caso in cui doveste perdere il governo rischia?

Io credo che alla fine vinceremo perché Bonaccini è un esempio di buon governo.

Se invece dovesse andare diversamente e vincesse il centrodestra cosa capita al governo?

Non vedo perché ci dovrebbero essere ripercussioni sul governo: è un'elezione che riguarda una regione.

Ma se questo voto andasse male è facile immaginare che il Pd avrebbe più di qualche problema, mentre i 5 stelle i problemi interni già ce li hanno. Portare avanti l'esecutivo potrebbe non essere agevole o no?

È una lettura possibile. L'altra lettura però è che di fronte alle questioni aperte per il Paese, una delle principali per noi è la crescita economica, prevarrà il senso di continuità e di responsabilità.

Da tempo voi chiedete all'esecutivo un cambio di passo, che però stenta ad arrivare.

È vero. Anche se spesso gli altri si adeguano alle nostre richieste: ad esempio abbiamo bloccato l'aumento dell'Iva e le nuove tasse in manovra.

Sulla riforma della prescrizione però non vi hanno dato retta.

E noi continuiamo a combattere. Perché su questo non abbiamo mai cambiato idea: quando eravamo nel Pd abbiamo votato contro riforma di Salvini-Bonafede. Oggi inspiegabilmente nel Pd non hanno trovato la forza per continuare lungo la strada della coerenza.

Stare al governo con i 5 stelle non rischia di penalizzarvi elettoralmente?

Può darsi che questo governo non ci giovi ma è chiaro che sta giovando all'Italia: se guardiamo lo spread con Salvini e lo spread oggi, se guardiamo al nostro ruolo nella Ue, il sacrificio andava fatto.

Una legge elettorale con sbarramento al 5 per cento vi spaventa?

Per nulla. Noi puntiamo alla doppia cifra.

Non siete molto più vicini a Forza Italia che ai 5 stelle?

Le parole "vicini" e "5S" non possono stanno assieme. Più che vicini a Fi, siamo vicini all'elettorato di Fi.

Zingaretti ha detto che Conte è il punto di riferimento dei progressisti. Lo è anche per voi?

Assolutamento no.

Regionali in Veneto. Come mai vi siete sfilati dal tavolo del centrosinistra dell'altro giorno?

Non riteniamo quel tavolo produttivo. La rassegnazione di voler costruire un piccolo spazio politico di opposizione che possa accompagnare il governo Zaia non è un mestiere che ci interessa. Ci vuole una proposta seriamente alternativa, può essere che non sarà vincente, ma deve essere seria.

Quindi correrete da soli?

Con Azione e Più Europa proporremo una nostra candidatura alle altre forze politiche. Così come non abbiamo preclusioni ad ascoltare proposte. Se troveremo una convergenza bene, altrimenti non moriremo dietro a lunghe trattative improduttive.