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Paita: "Un'emergenza che il servizio sanitario deve iniziare a prevenire"

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Intervista su "la Repubblica Genova", 29 novembre 2020

I disturbi alimentari dentro i Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza. La richiesta di rivoluzione è arrivata al ministro della Salute, Roberto Speranza, proprio dalla Liguria, con la parlamentare Raffaella Paita, Italia Viva, che ha presentato un`interrogazione affinché bulimia e anoressia vengano combattute dalla base del sistema sanitario nazionale, e regionale, a partire dalla radice, cioè con la prevenzione. In modo uniforme e garantito per tutti.

Onorevole Paita, perché ha chiesto l`inserimento dei disturbi alimentari nei Lea?

«Perché con il Covid i disturbi alimentari sono aumentati e perché chi è affetto da disturbi alimentari non sia più invisibile. Perché nell`attuale situazione di emergenza Covid-19, bulimia e anoressia si sono esacerbati, come confermano diversi studi universitari condotti su pazienti in Europa e negli Stati Uniti, così come viene attestato da altre ricerche quanto la sedentarietà dei ragazzi dovuta alla quarantena può incrementare l`obesità. L`anoressia colpisce il 12% delle ragazze tra i 15 e i 25 anni, la bulimia il 4% nella stessa fascia di età e sono in aumento i casi precoci, intorno agli 8-9 anni, e tardivi, intorno ai 40 anni. E dal 2012 si è osservato un aumento dei casi nella popolazione maschile, il 5-10% di casi di anoressia, in Italia, riguarda i maschi».

Cosa cambia se i Lea potranno gestire anche queste patologie?

«Cambierà la velocità e l`efficacia della presa in carico della questione. Fondamentale è garantire la prevenzione dei disturbi dell`alimentazione, cercando di intercettare questa patologia in tempo per fornire soluzioni efficaci per evitare nei casi più gravi addirittura la morte del paziente. I disturbi della nutrizione e dell`alimentazione sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza, sui territori fmora mancano le strutture adeguate come i diurni e gli ambulatori».

Cosa non sta funzionando?

«La carenza di strutture comporta tempi di attesa sempre più lunghi per il numero crescente di pazienti, che, ricordiamolo, sono ragazzi. Proprio in previsione di un ritorno alla normalità delle attività assistenziali, occorre aggiornare la mappatura delle strutture pubbliche e convenzionate e riorganizzare una appropriante degli interventi».