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54 profughi ucraini accolti a Ercolano. Santoro: "Costruiamo ponti di accoglienza"

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La notizia su "Cronache di Napoli", 8 marzo 2022.

Gli occhi spaesati di chi prova a ricostruire una vita improvvisamente spezzata dal rumore sordo delle bombe, dalle scie di sangue che striano le strade e solcano i volti dei loro cari. Non sanno se potranno mai tornare a casa: i missili russi, in fondo, non distinguono i bersagli. Ma negli sguardi dei 40 bambini e delle 14 mamme accolte ad Ercolano c'è la voglia di ricominciare, con la certezza di poter contare sulla ammirevole catena di solidarietà che attraversa tutto il Paese. Tra le donne ucraine salvate dalla guerra c'è Anja, che ricorda bene questi luoghi perché nel 1986 era stata ospite di una struttura napoletana dopo lo scoppio della centrale di Chernobyl. Ora è tornata col suo bimbo di 5 anni, la stessa età che aveva lei quando 36 anni fa la nube tossica attraversò l'Europa.

A portarla ad Ercolano, ospite di una struttura ricettiva, è stato il bus della speranza, organizzato dall'associazione 'Uniti per la Vita' insieme al consigliere comunale Ciro Santoro, di rientro domenica mattina dalla città ungherese di Barabas, al confine con l'Ucraina. "Costruiamo ponti di accoglienza in un mondo dove l'egoismo è il peggior nemico della pace" racconta fiero il consigliere Santoro, mentre porta in braccio un bambino ucraino imbacuccato in un giubbotto nero. Ad accoglierli, in prima fila, il sindaco Ciro Buonajuto.

Un'assurda furia omicida ha dato vita a immagini che marchieranno in eterno la loro anima. "In un modo dove la paura distrugge il futuro dei bambini, la gioia di aver teso la mano anche ad un solo bimbo mi dà la forza di continuare a credere di dover proseguire questo cammino" prosegue Santoro, raccontando la sua esperienza: "Ora conosco il sapore della paura, ora ho visto davvero i volti spaventati, occhi stanchi e voci di speranza. Chi non ha cuore non può capire tutto questo". A Ercolano 54 cuori ora battono più forti, all'unisono con l'intera comunità.