economia

12 mesi con il segno meno: tra numeri e politica

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Ieri a Milano l'evento dei Comitati "12 mesi con il segno meno: tra numeri e politica" con Ettore Rosato e Marco Fortis, della Fondazione Edison. Ad introdurre la serata Ada Lucia De Cesaris. Ha moderato la giornalista del Sole 24 Ore, Emilia Patta.

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Potete scaricare le slides presentate durante la serata cliccando qui: 12 mesi con il segno meno - slides di Marco Fortis

Mentre qui trovate l'edizione 2019 de L'economia italiana in cifre redatto dalla Fondazione Edison.

Il racconto di Chiara Marconi, comitato Vero Firenze

A Milano in un bellissimo palazzo dal gusto Liberty, al Circolo filologico, con parquet che scricchiola e libri ad incorniciare la sala, siamo stati introdotti ad una delle più interessanti conferenze sull'economia.
Lo dico con l'idea effettiva che non avrei mai pensato di riuscire ad arrivare alla fine del dibattito con un'idea chiara e pulita dei contenuti. Questo grazie ai relatori della serata, Marco Fortis, economista, Ettore Rosato, vicepresidente della camera dei deputati e per ultima ma non ultima Emilia Patta, sagace giornalista de Il sole 24 ore, a fare da moderatore della conferenza. Il tema: 12 mesi con il segno meno, tra numeri e politica.

Sicuramente la grande dialettica di Marco Fortis, autore de L’Italia non merita un’altra crisi, ha fatto capire esattamente la situazione economica in cui la nostra povera Italia versa.
Una strada, purtroppo, senza ritorno se le scelte non cambiano, le scelte di un ministro dell'interno che è stato paragonato, dallo stesso Fortis, ad uno scommettitore d'azzardo.

I dati emersi come dicevo sono impressionanti veniamo da un triennio quello 2015-2017, riconducibile al governo Renzi, in cui il segno “+” campeggiava su tutti i dati statistici legati alla ripresa economica del nostro paese. Se vogliamo segnalare solo alcuni dati del triennio in oggetto, possiamo partire dal primo punto per arrivare ad una escalation dei numeri che fanno venire voglia di tornare indietro:

  • massima crescita del suo PIL interno
  • crescita del PIL pro capite interno per la prima volta pari alla Germania e superiore alla Francia
  • massima crescita dei consumi delle famiglie
  • crescita del consumo pro capite per la prima volta superiore alla Germania ed alla Francia
  • record storico degli investimenti in aziende per macchinari e mezzi di trasporto
  • crescita della domanda interna privata esclusa quella legata alle costruzioni per la prima volta uguale a Germania e superiore alla Francia
  • crescita degli occupati di cittadinanza italiana

Tutti dati estremamente positivi che si mettono in netto contrasto con l'attuale valle di lacrime in cui ci troviamo.

Qualche domanda a Marco Fortis

Quali sono le grandi fake news che questo governo vuole portare avanti e che andrebbero finalmente smascherate?
La prima grande fake news che ha messo in ombra una delle politiche economiche del governo Renzi, è stata senza dubbio, quella legata agli “80 euro”, e al relativo utilizzo. Secondo i più, gli 80 euro non sono serviti a niente, ma non c’è peggior errore di questo. Questa cifra a circa dieci milioni di italiani ha rappresentato un maggior consumo con conseguente spinta alla ripresa dell’economia. Altra fake news riguarda non aver tenuto sotto controllo il debito pubblico, il minor indebitamento invece lo abbiamo avuto proprio nel triennio 2015-2017. Così come anche quella relativa al mancato investimento da parte delle aziende in quanto sia nei beni strumentali, che nei trasporti, sono stati i tre anni più prolifici dell’ultimo decennio.

È possibile secondo lei che si possa attuare la flat tax, promossa a gran voce da Salvini? Ed in caso positivo ci sono le relative coperture?
Non è possibile attuare la flat tax per mancanze di coperture economiche. E questo scetticismo è stato già più volte anche rilevato dai partners europei.

C’è una ricetta per poter tornare a quel tanto agognato segno “+”?
Certo che sì, ma bisogna essere consapevoli che bisogna azionare velocemente il freno a mano, altrimenti la nostra strada sarà segnata.

La mia domanda ora è questa: vogliamo continuare a dar voce a coloro che ci stanno portando a gran velocità nel baratro più profondo quando?
A voi l'ardua sentenza.