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114 milioni del Pnrr alla Puglia per la lotta al caporalato. Bellanova: "Ora si pensi ai braccianti"

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La notizia sul "Corriere del Mezzogiorno", 19 maggio 2022.

Bene lo smantellamento dei ghetti, ma non basta. Così la viceministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova, commenta la notizia del coordinamento avviato dalla Regione per spendere i 114 milioni che il Pnrr mette a disposizione dei Comuni della Puglia. Sono più della metà dell'intera cifra disposta dal recente decreto del Ministero del Lavoro (200 milioni in tutto).

Bellanova si è occupata di braccianti quando era ministra dell'Agricoltura (governo Conte 2) e resta sempre sensibile al tema per essere stata lei stessa lavoratrice agricola. Ora è al governo e coglie subito le necessità dei Comuni: iter fluido e la possibilità di ricorrere, ove possibile, a immobili anziché edifici da costruire ex novo.

«Ritengo - dice Bellanova al Corriere - che le richieste dl procedure semplificate, così come quella di acquisto di immobili da ristrutturare, potrebbero essere adeguatamente valutate. Fermo restando la necessità di spendere le risorse nel tempi indicati (nel 2025 le opere devono essere pronte, ndr) e con una provata qualità del risultati». I ghetti, riflette la viceministra, «sono una vergogna e un'offesa alla dignità delle persone e alla civiltà dl un Paese».

Tuttavia non è sufficiente svuotarli per ottenere ii risultato sperato, occorre anche altro. Secondo la viceministra è necessario «costruire le condizioni per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori, che finora hanno vissuto in quei luoghi indicibili, migliori condizioni di vita». E cioè: lavoro, mobilità, assistenza sanitaria, servizi sociali. Solo così potranno essere sottratti «all'invisibilità, al ricatto della criminalità e del caporalato».

Secondo Bellanova proprio «questo è il lavoro più delicato, che deve vedere impegnate in modo coeso l'intera filiera istituzionale, quella economica, quella sociale». Detto in altri termini: non si smantellano i ghetti «se anche le imprese non fanno la loro parte» e se manca la «piena volontà dl tutti i soggetti coinvolti». Vale per i sindacati, i Comuni, le associazioni sul territorio.