La notizia su "il Sole 24 Ore", 8 maggio 2022.
Le donne con figli pagano un prezzo nel mondo del lavoro e a essere penalizzate sono soprattutto quelle del Sud e le meno istruite. Lo dimostrano i dati Istat che indicano un divario tra il tasso di occupazione delle donne senza figli e e di quelle con figli.
Intanto, sul fronte governativo, è in arrivo, come annuncia la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, un bando da 50 milioni di euro «per sostenere le imprese in azioni a sostegno della genitorialità e il lavoro delle donne del nostro Paese».
Il peso della maternità sul lavoro si sente soprattutto se i bambini, emerge dal rapporto Istat, sono in età prescolare. Nel 2021 le donne trai 25 e i 49 anni risultano occupate nel 73,9% dei casi se non hanno figli mentre lo sono nel 53,9% se hanno almeno un figlio di età inferiore ai 6 anni. Il rapporto tra i loro tassi di occupazione, moltiplicato per 100, risulta pari a 73, di poco più basso rispetto a quello del 2020. La situazione peggiore si riscontra nel Mezzogiorno, dove lavora solo il 35,3% delle donne con figli piccoli, quasi la metà rispetto al Centro (62,7%) e al Nord (64,3%). Il divario tra le donne con figli in età prescolare e senza figli si riduce con l'aumento del livello di istruzione: il valore del rapporto tocca quasi quota 93 (in aumento rispetto al 2020) se la donna ha almeno la laurea, scende a 70,9 se il titolo di studio è secondario superiore e crolla a 48,7 per le donne con al massimo la licenza media.
L'Italia, guardando a una rielaborazione di dati Eurostat condotta da Pwc, risulta sotto la media europea. Sempre nel 2021, considerando stavolta le donne sopra i 18 anni che hanno almeno un figlio nel nucleo familiare, quelle che lavorano sono il 68,3%, un dato sotto la media dell'area euro che è pari al 71,6 per cento. In Italia le donne senza figli fra i 25 e i 49 anni risultano occupate nel 73,9% dei casi, con figli nel 53,9% dei casi.
L'eliminazione di ogni forma di discriminazione verso le donne di tutte le età è anche uno degli obiettivi, il quinto, dell`Agenda 2030. «Il governo Draghi - ricorda Bonetti - ha da subito individuato nell'aumento dell`occupazione femminile e nel sostegno alle madri lavoratrici uno degli obiettivi prioritari da raggiungere per far crescere tutto il Paese. Con la riforma del Family Act, che è legge dello Stato, e grazie anche al Pnrr, mettiamo in campo azioni concrete e specifiche: l'assegno unico e universale maggiorato per i nuclei in cui entrambi i genitori lavorano, servizi educativi e asili nido, incentivi alle aziende per promuovere politiche e welfare a sostegno della genitorialità e del lavoro femminile, investimenti in imprenditoria femminile, riforma dei congedi parentali, sostegno economico per le donne che rientrano al lavoro dalla maternità come abbiamo già anticipato nella legge di bilancio con la decontribuzione».