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Torino, Comunali, Portas: "Noi Moderati pronti a correre da soli"

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Intervista di Bernardo Basilici Menini, "la Stampa Torino", 8 ottobre 2020.

«Ad Appendino va concesso l'onore delle armi. Non mi stupisce che sia finita così: la sua vittoria è nata durante l'era dei "vaffa" e dei "no". Dopo si è trovata a gestire una maggioranza che non aveva il senso di governo della città. La sua è una scelta intelligente per evitare il giudizio degli elettori». Giacomo Portas, deputato indipendente eletto nel Pd e ora in Italia Viva, è il leader dei Moderati, la lista civica nel centrosinistra dal 2006 che negli anni si è ritagliata un certo peso nella coalizione. Oggi guarda con estrema attenzione alle mosse del Pd e dei suoi aspiranti candidati.

Il passo indietro di Appendino viene letto da molti come una porta che si apre alla trattativa con i 5 Stelle per un percorso comune nelle grandi città. Lo pensa anche lei?
«Non credo, ma lo dico subito: in tal caso non saremmo più nella compagine di centrosinistra. Correremo da soli, o con chi ci sarà. Ma è una possibilità che non credo si verificherà: confido nel buon senso e nelle parole del Pd, i cui vertici locali hanno detto più volte che l'alleanza con il Movimento è esclusa».

Ne è proprio sicuro?
«Ripeto: mi fido della loro parola. E del loro buonsenso: gli elettori non capirebbero. E anche nei numeri sarebbe una scelta sbagliata. Vale più un'alleanza con il mondo moderato torinese che con i 5 Stelle. Ricordo che siamo la seconda forza del centrosinistra da ormai 15 anni. Perdendo prendiamo il 6%, vincendo il 10%».

Ipotizziamo che nasca un polo centrista. Chi sarebbe il candidato?
«Abbiamo due giovani di grande esperienza da proporre: il consigliere comunale e regionale Silvio Magliano e la segretaria cittadina, Carlotta Salerno».

C'è chi dice che il vero candidato sarebbe lei?
«Vedremo».

E se il centrosinistra corre da solo?
«Allora ci siamo. Con Italia Viva stiamo cominciando a fare ragionamenti, anche se non è scontato fare una lista unica, visto le esperienze diverse alle spalle. Ci proveremo. Bisogna che tutti siano concreti: per candidarsi si devono mettere 240 persone nelle liste, tra Comune e Circoscrizioni. La nostra la stiamo preparando da un anno, e i partiti nazionali devono capire che l'organizzazione è una cosa fondamentale per le elezioni amministrative».

Le primarie si dovrebbero tenere il 6 e 7 di febbraio e per proporre un candidato serviranno 5 mila firme. Sono condizioni accettabili?
«Le regole non le dettiamo noi. Ne discuteremo. Raccogliere così tante firme non è semplice, ma si può fare».

Se non avrete un vostro candidato, auspica una personalità civica? Ad esempio il rettore Saracco?
«Saracco è il rettore del Politecnico e deciderà lui. Sicuramente non faccio pressioni perché si candidi. In questi giorni ho letto un suo libro, molto interessante, dove parla di svolta green e nuove soluzioni per inquinare meno e creare un'economia verde e circolare. Se si candiderà questo potrebbe essere parte del programma: il rettore riesce a spiegare molto bene a tutti cosa vogliono dire innovazione e tecnologia. Certo che il prossimo sindaco dovrà ripensare quasi da zero l'economia e il futuro della città».