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Sondrio, Paita e Del Barba: “Tentiamo di salvare la stagione sciistica"

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La notizia su "La Provincia di Sondrio", 16 novembre 2020

Obiettivo: salvare la stagione turistica invernale. Con questo intento Raffaella Paita, presidente della commissione Trasporti e infrastrutture della Camera e l'onorevole morbegnese Mauro Del Barba hanno incontrato nei giorni scorsi in Alta Valle i rappresentanti locali delle associazioni degli impiantisti, Marco Rocca di Anef e Valeriano Giacomelli di Federfuni per ricostruire lo stato dell'arte delle cose e fare il punto della situazione.

«Una situazione - ammette Del Barba - molto problematica, a tratti disperante, ma che deve essere indagata fino in fondo per provare a riaprire in sicurezza e con efficacia gli impianti».

L'incontro arriva dopo la presentazione della risoluzione in commissione IX alla Camera, sempre da parte di Paita e Del Barba sulla questione degli impianti a fune «per dare risalto al ruolo strategico del settore, oltre cioè le rappresentazioni di solo momento ludico, luogo di assembramento e contagi da utilizzare come capro espiatorio alla stregua delle discoteche in estate», e alla vigilia della nuova riunione della conferenza Stato-Regioni che giovedì proverà ad analizzare il nuovo protocollo messo a punto per la possibile riapertura degli impianti, ma che presenta criticità su cui trovare un accordo tra le parti sembra piuttosto complicato.

Prima di allora, pur essendo la partita sul tavolo della conferenza-Stato Regioni e dunque affidata al dialogo con gli assessori delle singole regioni, Paita e Del Barba proveranno la strada del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. «Lo faremo soprattutto per sensibilizzare circa l'importanza del settore per le località e i territori turistici come il nostro - dice Del Barba - e ricorderemo che nei territori alpini e appenninici operano un totale di 400 aziende con quasi 2.000 impianti di risalita, che il settore ha circa 15.000 addetti con un fatturato di 1.100 milioni di euro annui e che, come tutti i settori, anche questo degli impianti a fune ha subito gli effetti negativi delle misure di contenimento del contagio da Covid. Comparto e indotto che hanno la necessità di riprendere l'attività, garantendo la sicurezza di lavoratori e utenza, per contenere gli effetti economici».

Il giro di affari nazionale del settore è di circa 10 miliardi di euro, tra attività a monte e a valle e spesso rappresenta il volano trainante, sia economico che occupazionale, di interi territori. «Un tentativo che deve essere fatto - continua Del Barba - e bisogna continuare a lavorare a testa bassa per avere il protocollo pronto ed approvato nel caso migliorino le condizioni. Che si riesca a trovare una soluzione per il ponte dell'Immacolata è disperante, ma ci proviamo. Dovrebbe andare tutto liscio, e soprattutto migliorare anche la situazione pandemica».

La soluzione tecnica, il superamento dei nodi del protocollo su cui ancora non c'è l'intesa, in particolare la questione della capienza degli impianti e delle stazioni di arrivo e partenza i cui flussi sono complicati da disciplinare, insomma è condizione necessaria, ma non sufficiente.