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Scuola, Toccafondi: "Di merito c'è ben poco nella Manovra"

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L'intervista pubblicata da "Italia Oggi", 23 novembre 2021.

"Una legge di bilancio insufficiente, che va rafforzata sul fronte degli investimenti per la scuola", dice Gabriele Toccafondi, ex sottosegretario all'istruzione e capogruppo di Italia Viva in VII commissione alla Camera. Il merito dei docenti? "Ve ne è ben poco".

Contro la legge di bilancio i sindacati della scuola sono pronti ad andare allo sciopero.
La scuola è fatta per i ragazzi non per altri o altro, questa premessa va sempre fatta perché non mi sembra così scontata. In quest'ottica, la legge di bilancio è insufficiente e in Parlamento ci impegneremo per aumentare gli investimenti nella scuola, incluso uno sforzo aggiuntivo per il rinnovo contrattuale, trovando ulteriori risorse, non a scapito di altri investimenti, come hanno provato a fare con la cancellazione dei 500 euro della card per il docente che Italia Viva ha impedito.

E lo sciopero?
Vedremo. In questi ultimi 18 mesi i fondi destinati alle scuole ci sono stati e nel PNRR una parte importante è dedicata all'istruzione nel suo complesso. Pensiamo a cosa hanno passato i nostri ragazzi, a quale disastro educativo hanno dovuto subire e ciascuno darà un giudizio su un eventuale sciopero della scuola in questo momento.

I sindacati criticano anche il premio alla dedizione che richiamerebbe il premio al merito di Renzi.
Non scherziamo, la buona scuola prevedeva 200 milioni di euro ogni anno da destinare ad alcuni docenti. La novità del “merito” andava migliorata non eliminata: mi sarei aspettato un rilancio, "no ai bonus, si alle carriere", ad esempio. Invece Lega e 5 stelle su richiesta dei sindacati, hanno preferito cancellare tutto. Qui purtroppo di “merito” c'è ben poco: i 210 milioni aggiuntivi sulla valorizzazione della professionalità docente sono condizionati a un impegno vago ed indefinito, col rischio che vengano distribuiti a pioggia. È giusto aumentare il livello stipendiale degli insegnanti, ma dobbiamo anche premiare chi fa di più o si impegna in contesti difficili.

Lei rivendica la necessità di fare di più sulla filiera professionalizzante, ma i ragazzi degli istituti continuano ad entrare in laboratorio solo al triennio.
La riforma dei professionali del 2017 non sta funzionando. Per nostra responsabilità, ma anche perché è rimasta per lo più inattuata. Quelle scuole non sempre rispondono alle competenze che il mondo del lavoro richiede e allontanano i ragazzi che, al di là delle eccellenze che per fortuna non mancano, troppo spesso non trovano la scuola che si aspettano: troppe discipline, pochi laboratori, scollamento dalle aziende... Così i ragazzi mollano, lasciano la scuola, scappano. Tra le riforme del PNRR c'è anche questa, per me la ricetta è meno discipline, più laboratori e stage.

Ci sono due settori su cui lo scontro ideologico è lampante: precariato e paritarie.
L’ideologia è un’idea, anche giusta, che non fa i conti con la realtà e impazzisce. Io le idee preferisco coniugarle col realismo e la fatica del dialogo e del compromesso: il contrario di compromesso è fanatismo, ci ha insegnato Amos Oz. Populisti e sovranisti hanno devastato la Legge 107 senza proporre alternative: Bussetti ha cancellato il FIT senza sostituirlo con niente. Risultato? Il precariato è esploso. Ora con i 60 CFU all’interno del percorso di laurea si torna su una strada non priva di problemi, ma che ha il merito di ribadire il concetto che per insegnare bisogna ricevere una formazione specifica. Anche sulle paritarie dopo l’ubriacatura populista, con Draghi si riparte da dove avevamo interrotto: la legge di bilancio incrementa di 70 milioni il fondo per gli studenti con disabilità che frequentano le paritarie e ribadisce il riconoscimento del ruolo fondamentale dell’offerta non statale per nidi e materne. Tutti coloro che a vario titolo si occupano di scuola, con realismo e dialogo, pazienza e tenacia, devono trovare un compromesso capace di resistere ai prossimi cambi di ministro, che metta al centro le ragazze e i ragazzi e una scuola che punti al meglio non alla mediocrità. Italia Viva è pronta a fare la sua parte.