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Rosato: "Non abbiamo bisogno di assumere centinaia di consulenti, abbiamo bisogno di dare lavoro agli italiani"

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Intervista di Andrea Cittadini, "Giornale di Brescia", 9 dicembre 2020. 

Nessun dubbio su come finirà la giornata di oggi per il Governo Conte. «Il Movimento Cinque stelle che aveva dei problemi, pare aver trovato una sintesi e quindi in aula non ci saranno sorprese». Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva e vice presidente della Camera, sa bene che gli ostacoli per il premier non sono rappresentati dalla riforma sul Mes, che sarà appunto votata oggi «e che è gusto varare come chiesto dall'Europa», ma è il Recovery Fund la spina per Conte. Con il braccio di ferro dentro la maggioranza che potrebbe portare al fine corsa per l'attuale inquilino di Palazzo Chigi.

Onorevole Rosato, Italia Viva ha già fatto detto chiaramente che non condivide la linea del premier.
Sulla governance non ci sono dubbi. Siamo contrari alla proposta di Conte e speriamo di convincerlo che la sua è un'idea sbagliata. Non abbiamo bisogno di assumere centinaia di consulenti, ma abbiamo bisogno di dare lavoro agli italiani. Non è con i consulenti che si risolvono i problemi. La vice presidente della commissione europea ha poi specificato che non è l'Europa a chiedere le task force, lo decidono i singoli Paesi.

Quale è la vostra proposta?
C'è la pubblica amministrazione e c'è la Costituzione. La pubblica amministrazione deve essere fatta funzionare in maniera adeguata. E poi c'è che bisogna far funzionare il Consiglio dei Ministri come dovrebbe.

Quanto è davvero in bilico la tenuta del Governo?
Non dipende da Italia Viva, ma dipende dal Governo e da cosa vuole fare il presidente del Consiglio. Una maggioranza è tale quando si lavora insieme e si trovano sintonie. In questo momento l'approccio è sbagliato. Conte pensa di affrontare e risolvere le questioni in beata solitudine e, invece, per quanto ci riguarda, il tema dei 200 miliardi a disposizione dell'Italia, deve essere discusso da tutti. Di task force da parte del presidente del Consiglio ne abbiamo viste fin troppe e diciamo che non sono state efficienti. Adesso c'è bisogno di mettersi a lavorare seriamente e non perdere l'ennesima occasione per il Paese.

Però in tanti sostengono che Renzi e voi di Italia Viva stiate mettendo in discussione il governo per una questione di poltrone. Volete posti in cambio del sì al premier?
Se così fosse, avremmo chiesto otto manager con due per Italia Viva al posto dei sei proposto. Oppure di avere una cabina di regia politica a quattro e non a tre con la partecipazione anche della Bellanova come peraltro ci è stato offerto. Quindi non è questo il punto della questione.

La sua collega di partito Boschi ha detto: «spero che l'esecutivo non rischi la rottura, ma temo avvenga».
Sono ottimista sulla tenuta. Dipende molto dal presidente del Consiglio. Noi non abbiamo fatto una battaglia politica contro Salvini quando chiedeva pieni poteri, per poi assegnarli oggi a Conte. La democrazia ha le sue regole e nessuno può pensare di arrogarsi il diritto di spendere 200 miliardi di euro su progetti redatti a scatola chiusa in qualche salotto e senza la condivisione di tutti gli altri. A cominciare dalle categorie economiche che sono il motore dell'Italia.

A proposito di economia, alcuni suoi colleghi di altri partiti della maggioranza continuano a sostenere l'ipotesi della patrimoniale.
Siamo nel momento in cui abbiamo maggiori risorse nella storia del Paese. Bisogna spendere i soldi e non tassare gli italiani. Chi lo propone lo fa per motivi ideologici e metterebbe la patrimoniale come una candelina sulla torta a prescindere dal tipo di torta. Ora non vanno messe nuove tasse, ma bisogna scontare quelle che ci sono.

Come prenderebbero gli italiani una crisi di governo in questa fase e soprattutto la capirebbero secondo lei?
Gli italiani sono più preoccupati dell'efficienza del sistema piuttosto di chi sta a Palazzo Chigi. E la volontà è di lavorare in questa direzione con l'attuale governo, ma non dipende da noi. Nonostante tutte le norme restrittive in vigore, nonostante Francia e Germania abbiano le scuole aperte, noi abbiamo più morti di loro. Questo ci preoccupa. Così come mi chiedo come faremo a distribuire vaccini Covid quando non siamo riusciti a farlo con gli anti influenzali. Le nostre non sono preoccupazioni di carattere politico, ma di sopravvivenza del nostro Paese.