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Rosato: "Berlusconi punta al Colle ma il partitone di centro si farà nel nome di Draghi"

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Intervista di Giovanna Casadio a Ettore Rosato, "la Repubblica", 24 ottobre 2021.

"Il partito centrista è più che mai necessario: occorre continuare la politica di Draghi fino al 2026. Berlusconi non molla Salvini e Meloni per ora, in vista del Colle, ma i giochi cambieranno dopo, o in occasione dell'elezione del presidente della Repubblica". Ettore Rosato, il Presidente di Italia Viva, è convinto che (quasi) ci siamo: scomposizione e ricomposizione degli schieramenti politici è dietro l'angolo.

Rosato, lei ha detto di sperare in una evoluzione del centrodestra in senso anti sovranista, come ha indicato il ministro forzista Renato Brunetta qualche giorno fa in una intervista a Repubblica. Ma Berlusconi oggi dice di non essere affatto interessato a mollare gli alleati Salvini e Meloni. La speranza di voi renziani è stata subito delusa?
"Aspetterei dopo l'elezione del presidente della Repubblica per vedere se la speranza centrista è delusa o meno. Fino a quella data i giochi sono altri".

Quali sono?
"I giochi sono appunto quelli dell'elezione del capo dello Stato a cui Berlusconi vuole partecipare a pieno titolo".

Berlusconi come candidato al Quirinale?
"Non lo penso io, lo hanno detto Matteo Salvini e Giorgia Meloni".

Ma il partito centrista può nascere o no?
"Assolutamente sì. Sono molto ottimista su questa prospettiva, ma, ripeto, dopo o in occasione dell'elezione del presidente della Repubblica".

Insomma lei punta alla rottura del centrodestra e a una diversa ricomposizione delle forze politiche?
"Parto da un altro punto di vista. Sottolineo il grande consenso che la politica di Draghi sta raccogliendo nel Paese: una politica riformista, moderata nei toni, liberale, sicuramente anti sovranista e allergica alla demagogia grillina. Va rappresentata alle prossime elezioni politiche per dare continuità a questo progetto che è poi il frutto buono che sta maturando nella politica italiana".

Immagina un partito di Draghi?
"Immagino forze politiche che si mettono insieme e si aprono raccogliendo il lavoro che Draghi sta facendo con l'idea di proseguirlo nella prossima legislatura".

Sempre con Draghi premier?
"Questo lo deve decidere lui. Ma da qui al 2026 abbiamo un programma ambizioso di riforme e investimenti che Draghi ci ha proposto e che il Parlamento ha approvato a larghissima maggioranza".

Il "partitone" o polo centrista chi dovrebbe accogliere?
"Tutte quelle forze che ci si riconoscono, che con spirito di servizio si avvicinino e vogliono dare un contributo costruttivo".

In pratica da Forza Italia a Brugnaro a voi di Italia Viva e a Calenda?
"Certo. Ci sono poi tante forze civiche del mondo cattolico che cercano un'occasione per partecipare alla vita politica con un progetto non divisivo e contro qualcuno".

Ma la rivalità tra Renzi e Calenda non è di ostacolo? Non rende questa aggregazione difficile?
"Renzi non ha nulla conto Carlo Calenda, dalla sua nomina ad ambasciatore Ue agli incarichi nel governo al sostegno con convinzione alla sua candidatura per il Campidoglio, sono i fatti che parlano. E Matteo Renzi è uno che in squadra ci sa giocare".

Per questo progetto serve una legge elettorale proporzionale, archiviando quella attuale che porta il suo nome, il Rosatellum?
"Cambiare la legge elettorale non è né facile, né va fatto con maggioranze risicate. Con l'attuale legge elettorale si sono confrontati l'ultima volta tre poli".

Il partitone centrista va in una direzione opposta rispetto a quella indicata dal Pd e dal suo segretario Enrico Letta?
"Letta propone una riedizione dell'Unione allargata ai grillini. Con i grillini ci abbiamo già provato ed è stato un fallimento. E l'Unione ha mostrato tutti i suoi limiti".