L'intervento durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo volume di Matteo Renzi, 17 maggio 2022.
È stato un intervento a tutto tondo quello di Matteo Renzi che - prendendo le mosse dalla presentazione del suo più recente volume, "Il Mostro", edito da Piemme, acquistabile on line e, da oggi, in tutte le librerie - ha colloquiato con i giornalisti presenti su diversi temi di stretta attualità: dalla giustizia, alle riforme istituzionali, dalle prossime tornate elettorali ai temi legati all'energia.
Renzi ha introdotto il suo lavoro partendo da "fatti e atti", racchiusi nelle pagine de "Il Mostro", che narrano inequivocabilmente vicende che sfiorano l'incredibile. "Una serie tv già pronta, basta cambiare i nomi dei personaggi", scherza Renzi con la stampa presente.
"Nel libro provo a raccontare quanto è accaduto in questi anni senza vittimismo, con il sorriso e con una forma di autoironia, ma dico che l'elenco di quanto accaduto dovrebbe far riflettere qualsiasi persona sia in buonafede. Questo libro andava scritto perché rimanesse agli atti di tutto quanto è accaduto in questi 10 anni", ha aggiunto Renzi.
Sono numerosi gli episodi cui Renzi accenna, presentando il volume: dalle vicende giudiziarie che vedono protagonisti i pm della Procura di Firenze - Creazzo, Nastasi e Turco - fino alla richiesta, per bocca di un esponente della magistratura, di un "cordone sanitario" da cingere attorno a Renzi stesso. E, ancora, i fatti relativi alla realizzazione del Tap in Puglia, opera allora contestatissima che, oggi, alla luce della crisi energetica in atto, si rivela indispensabile e fondamentale. Allora, tuttavia, costò a Renzi aggressioni, non solo sui social, fuori dall'ordinario.
Rispetto alla riforma della giustizia e ai prossimi referendum, Renzi ha ribadito quanto più volte affermato, sottolineando l'inutilità sostanziale della riforma Cartabia.
Un passaggio, naturalmente, viene dedicato alla vicenda Open: "Open è una iniziativa giudiziaria che ha bloccato la crescita di Italia Viva. È una menzogna e non c'è reato, ma ove vi fosse sarebbe di pura natura formale", sottolinea Renzi.
Rispondendo ai giornalisti presenti, inoltre, Renzi ha ripercorso i momenti della recente elezione del Presidente della Repubblica: "Io non ero per il Mattarella bis, ci siamo arrivati. Io ero convinto che se Draghi fosse andato al Colle sarebbe stata una scelta molto saggia. Ma attribuisco parte della responsabilità ai Draghi boys, Giavazzi e Funiciello, non hanno aiutato in quelle ore". "Pensare di portare Draghi al Quirinale contro i partiti è stata una ricostruzione che ha fatto del male. Poi Draghi è un civil servant, fa bene il suo lavoro. Io avrei preferito sette anni al Colle che uno al governo", ha spiegato.
Venendo alla tornata elettorale politica, Renzi ha affermato di non essere certo del fatto che il Movimento Cinque Stelle possa arrivare alle prossime elezioni del 2023. "Vediamo che fa il Pd - ha proseguito Renzi - mentre la leadership di Conte, che è già una antinomia, credo sia messa in discussione, ma non dai giudici, ma dal fatto che non hanno una linea".
"Quanto a noi - ha sottolineato Renzi - tutto si muove velocemente. Prevedo che si voterà a maggio del 2023 e noi abbiamo un ampio spazio politico. Penso che possiamo arrivare a un 10%: abbiamo dato le carte con il 4, figuriamoci con il 5% e molto di più".
Appuntamento, infine, con la serie di tappe che vedranno Renzi impegnato nelle prossime settimane, eventi durante i quali non si parlerà solo de "Il Mostro", ma delle idee e proposte di Italia Viva per il futuro: a Roma, stasera, presso gli spazi della Casa del Cinema, a Firenze, giovedì 19 maggio, dinanzi al Mandela Forum, e a Milano sabato 21 maggio, nel Teatro Parenti.
Chi lo desidera può rivedere la presentazione a questo indirizzo o qui di seguito.