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Regionali, Veneto, Daniela Sbrollini: "Da renziana corro contro Zaia e questo Pd conservatore"

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Intervista di Enrico Ferro, "la Repubblica", 4 luglio 2020.

Sì all'autonomia del Veneto, no alle grandi navi a Venezia, all'ambientalismo radicale, sì alle banche (ma solo quelle sane). E no a un Pd già rassegnato ad altri cinque anni all'opposizione. Daniela Sbrollini, 48 anni, origini pugliesi (è di Latiano, Brindisi), senatrice di Italia Viva, è attualmente l'unica candidata donna alle prossime elezioni regionali in tutta Italia.

«Coraggio, questa è la parola d'ordine del nostro laboratorio politico. Puntiamo a inserirci tra due forze conservatrici che si contendono il Veneto, terra stupenda ma complessa. Terra che, sicuramente, merita di più».

Senatrice Sbrollini, cosa ci fa una pugliese candidata alla presidenza di una delle regioni più leghiste d'Italia?
«Vivo a Vicenza da trent'anni ma sono nata in Puglia da un padre siciliano e una madre marchigiana. Non chiudiamoci dentro i soliti recinti».

Dica in cosa crede, in sintesi.
«Credo nell'accoglienza, nella solidarietà e nella famiglia ma anche nelle nostre aziende».

Dicono che la sua candidatura sia una replica del metodo Scalfarotto usato in Puglia. Come mai avete deciso di correre separati dal Pd e dal centrosinistra anche in Veneto?
«Non c'erano le condizioni per condividere né il candidato, né il progetto politico. Il Pd non ha trovato la sintesi su un suo candidato e ha scelto di puntare su Arturo Lorenzoni, persona per bene ma troppo legato alla sinistra radicale e poco riformista. Noi non abbiamo barriere ideologiche».

Chi è Daniela Sbrollini fuori dal Senato?
«Sono sposata, mio marito è presidente di una società che si occupa di brokeraggio assicurativo. Ho tre figli».

Cosa vuole fare per le famiglie?
«Un Family Act in salsa veneta. Siamo l'unica regione che non ha fatto la riforma delle Ipab e per questo le rette delle case di riposo sono alle stelle».

Che idee ha per la sanità veneta?
«Screening gratuito per tumori al seno e vaccini obbligatori. Altro che no vax».

Cosa ne pensa della Pedemontana?
«Sempre stata favorevole. Le infrastrutture sono importanti».

Autonomia sì o no?
«Io credo nell'autonomia del Veneto. Quando la Lega ha tolto la parola Nord, l'ha fatto per prendere voti al Sud. Era ovvio che non voleva l'autonomia».

Grandi navi a Venezia. Sì o no?
«Assolutamente no. Venezia va tutelata e sviluppata come grande polo di cultura internazionale».

II suo partito strizza l'occhio alle banche ma questo è un territorio rimasto ferito dalla malagestione degli istituti di credito. Lei cosa ne pensa?
«La bomba della Popolare di Vicenza ha colpito anche me e la mia famiglia. So bene quel che significa. Con una riforma vera non sarebbe successo questo sconquasso. Noi crediamo nelle banche sane».

Calenda vi appoggerà in Veneto?
«C'è un dialogo in corso. Lo stimo molto. Ci stiamo lavorando».

Una critica al governatore Zaia?
«Ha abbandonato il Veneto, sta pensando a fare il leader nazionale. È un grande comunicatore, riesce a vendere anche ciò che non fa».