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#RadioLeopolda, Renzi sul caso Open: "La verità è che ci vogliono processare perché abbiamo fatto politica"

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Il discorso di Matteo Renzi relativo al caso Open, durante la seconda serata dell'undicesima edizione della Leopolda, 20 novembre 2021.

Un bellissimo pomeriggio: "La sessione sulla giustizia e contro il giustizialismo resterà negli annali della Leopolda. La lectio magistralis di Cassese, l’intervento straordinario di Nordio. E poi Caiazza, Costa, Bernardini de Pace, Barbano", commenta Matteo Renzi, via Twitter, a margine del focus dedicato alla giustizia, con ospiti d'eccezione, svoltosi nel pomeriggio della seconda giornata della Leopolda 11.

Ma andiamo con ordine. Nella mattinata l'attenzione è stata dedicata ai tradizionali tavoli tematici, mentre i microfoni di Radio Leopolda hanno raccolto gli interventi dei parlamentari ed esponenti Iv. La platea ha potuto ascoltare gli interventi dei numerosi ospiti - tra i quali i sindaci Beppe Sala, Dario Nardella e Marco Bucci - dei nostri parlamentari ed amministratori locali. Particolare attenzione ha destato l'intervento dedicato al futuro della legislazione sul tema del contrasto all'omotransfobia, con l'intervento e la proposta lanciata da Renzi e Ivan Scalfarotto, per superare il dibattito sul ddl Zan.

Nel pomeriggio, invece, la Leopolda 11 ha dedicato appunto un ampio focus sul tema della giustizia. Sul palco della Leopolda, infatti, si sono susseguiti una serie di interventi sui problemi strutturali della giustizia italiana, sulle carriere dei magistrati, sull'uso politico delle inchieste e sui cortocircuiti tra procure e informazione. Il popolo della Leopolda, così, ha potuto ascoltare, di seguito, gli interventi dell'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, del presidente della Camere penali, Gian Domenico Caiazza, del costituzionalista Sabino Cassese, dell'ex magistrato Carlo Nordio, dell'ex viceministro della giustizia Enrico Costa e del giornalista Alessandro Barbano. Per Cassese, il più applaudito dalla platea, «occorrono rimedi importanti per uscire da una situazione nella quale non c'è consonanza tra il Paese e la giustizia».

Ed è proprio al termine di questa sessione plurale e a più voci che Matteo Renzi stesso scende in campo, ci mette la faccia, per chiarire, con un lungo excursus, i punti della vicenda Open, dinanzi al popolo della Leopolda.

"Difficilmente avevo ascoltato considerazioni così rilevanti sul tema giustizia", ha esordito Renzi. "Ciò di cui abbiamo discusso non ha a che fare con un singolo, non solo per le ragioni politiche. Ciò di cui abbiamo parlato qui - di cui hanno parlato esperti, magistrati, giornalisti - è l'essenza dello stato di diritto. Parliamo di stato di diritto, ad esempio, rispetto alla Polonia e a chi non rispetta le regole, a livello europeo. Di stato di diritto hanno parlato i nostri ospiti, in una sessione che ha tolto il fiato", ha spiegato Renzi.

"Io però - ha proseguito - devo parlarvi di Open. Pensiamo a casi clamorosi come il caso Tortora, o anche a Tangentopoli, coi drammi di tante persone. Pensate anche alle storie di cui abbiamo parlato qui, alla Leopolda, come quando parlai qui di Silvio Scaglia. Open è una vicenda molto più piccola, ma con grande impatto politico e mediatico", ha sottolineato.

"La parte processuale se la vedranno gli avvocati: è iniziata nel 2019, il processo ragionevolmente inizierà nel 2022, terminerà più o meno nel 2027, in Cassazione. In questo processo, è impressionante che le 92mila pagine siano il frutto di un lavoro che ha portato centinaia di forze dell'ordine, sottratte al loro lavoro sulla criminalità, a occuparsi del possibile reato di finanziamento illecito alla politica", ha ribadito Renzi.

"Cosa significa? Si tratta di un reato che indica che potrebbero esserci soldi non denunciati correttamente. Eppure poi si scopre che quei denari sono tutti tracciati e bonificati. Il punto del contendere non è il finanziamento illecito, non si discute di soldi improvvisamente scoperti. Il tema  - ha spiegato Renzi - è la seconda parte della frase, ovvero 'finanziamento illecito alla politica'. Denari trasparenti sono andati ad una fondazione, un istituto giuridico previsto dalla legge. Ma secondo i pm la fondazione faceva finta di essere una fondazione: era un partito".

"Ma questo - ha chiesto Renzi - chi lo dice? Su questo sono impegnate forze dell'ordine, pagate dai contribuenti. òa differenza è che se i denari vanno a una fondazione, i soldi vanno rendicontati in un modo, se vanno a un partito, vanno rendicontati in altro modo". "Paradossalmente - ha proseguito - dandoli ad un partito, chi decide di donarli ottiene maggiori benefici fiscali. Il punto fondamentale è che avremmo avuto tutto l'interesse a farlo come partito: avremmo avuto maggiori benefici fiscali".

"Non voglio annoiarvi con questi dettagli. Parliamo - ha detto poi Renzi - del punto fondamentale: chi decide cosa è politica e cosa no? Nei paesi democratici lo decide il popolo, se lo decide un giudice penale, la libertà democratica viene messa a rischio. Questo è un passaggio delicatissimo".

"Dunque, non arrabbiamoci quando si parla di Open. Facciamo un sorrisone e attendiamo. Quando non si è violata nessuna norma, non ci si deve preoccupare. Focalizziamoci, piuttosto, sul secondo punto della questione: l'ingresso nella vita degli altri", ha spiegato Renzi. "La mia tesi è che altri hanno violato le guarentigie costituzionali. Io non ho violato leggi, altri penso che abbiano violato la Costituzione".

"Non mi preoccupano - ha poi aggiunto - le parole degli avversari politici o dei giornalisti. Mi preoccupa di più il silenzio di chi sa di cosa si sta parlando: chi viene qui ricorda le polemiche sulle bandiere di partito, ricorda che venivamo accusati perché qui non c'erano le bandiere di partito. Chi ricorda questo e sta in silenzio, sta mettendo in atto un silenzio vigliacco. Il Partito Democratico è il partito più reticente a dare solidarietà in questa vicenda. Ecco perché voglio dire grazie a Irene Tinagli: l'unica dentro il Pd a dare solidarietà su quello che è lo scandalo di Open, un processo alla politica. Grazie a Irene, che dimostra a tanti cosa è la serietà".

"Andiamo sul punto. Quando andremo in aula ne discuteremo. Ma cerchiamo di capire di cosa parliamo. Il pm dice che alla Leopolda si svolgeva l'attività di una corrente di partito. Eppure io lo dicevo ovunque che non volevo fare una corrente. Ecco perché voglio mostrarvi gli interventi in cui ho spesso detto che non volevo fare una corrente dentro il partito": così Renzi ha introdotto delle immagini in cui chiaramente lo si ascolta manifestare l'intenzione di non creare una corrente di partito.

Il passaggio successivo viene poi dedicato a spigare cosa, per statuto, è Open: una fondazione che si occupa di raccogliere e proporre idee per il futuro del paese. "Da qui, dalla Leopolda, sono nate su iniziativa di alcune persone, che spesso hanno fatto proposte per il rinnovamento del paese, così come previsto dallo statuto della fondazione, proposte che poi nel corso degli anni sono diventate leggi", aggiunge Renzi.

Insomma, "un processo kafkiano", ribadisce Renzi, "che trovo profondamente ingiusto". Citando un articolo recente di Ermes Antonucci, pubblicato da "il Foglio", dal titolo "L'assedio a Renzi", Renzi chiarisce di non sentirsi affatto assediato. Tuttavia, fa notare "in una rivista di una corrente della magistratura è stato scritto 'attorno a Renzi va stretto un cordone sanitario'. Quando saremo giudicati, potrà venirmi il dubbio che chi mi giudica appartenga a quella corrente?"

I passaggi successivi sono dedicati a sottolineare quali fossero le attività di Open: dall'organizzazione della kermesse annuale alla Stazione Leopolda, al sostegno al "sì", durante la campagna per il referendum costituzionale del 2016, un referendum voluto dal popolo, cui tutti i cittadini italiani hanno preso parte, fino all'impegno nello studio sulle fake news, un fenomeno che - nei mesi in cui emergeva lo scandalo Cambridge Analytica, coinvolgeva aziende come Facebook e i grandi della politica internazionale.

"La verità - conclude Renzi - è che si vuol processarci perché abbiamo fatto politica. Ma chi pensa che io mi fermi fa un grosso errore. Non mi fermerò. Chiederò giustizia e chiarimenti in tutte le sedi".


Chi lo desidera può rivedere qui di seguito l'intervento di Matteo Renzi, mentre a questo indirizzo è possibile rivedere l'intera diretta.
Inoltre, sul nostro canale You Tube, seguendo l'hashtag #RadioLeopolda, potrete vedere gli interventi degli ospiti della nostra nuova web radio, mentre nell'apposita playlist potrete rivedere gli interventi della seconda giornata.
Infine, qui di seguito trovate un video con i momenti più significativi della seconda giornata della Leopolda 11: buona visione!