Un gigantesco cubo di specchi diventa parte dell'affascinante paesaggio di AlUla, in Arabia Saudita, crocevia di antiche civiltà e oggi nuovo riferimento mondiale per eventi, concerti e incontri

Parte del paesaggio riflesso, la spettacolare struttura polifunzionale Maraya Concert Hall si trova ad AlUla, nel nord-ovest dell’Arabia Sauditacrocevia di antiche civiltà, con i suoi 200.000 anni di storia, e ambisce a diventare un centro culturale per eventi, concerti e spettacoli sia regionale che globale.

Il gigantesco cubo di specchi, stravagante ma ‘silenzioso’, rispettoso del paesaggio in cui si innesta, è stato recentemente premiato con il prestigioso premio di architettura Architizer A+ Awards. Finalista della categoria Architecture + Glass, Maraya ha ottenuto il massimo dei voti dal pubblico, ricevendo il riconoscimento 2020 Popular Choice Winner.

Maraya Concert Hall è infatti una delle meraviglie architettoniche del mondo: 9.740 mq di specchi, forniti da Guardian Glass, ricoprono la struttura a forma di cubo e riflettono i vasti e incantevoli paesaggi di AlUla, primo sito storico del Regno dell’Arabia Saudita nominato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il teatro, alto 26 metri, nel 2019 ha stabilito un Guinness World Record in qualità di edificio a specchi più grande del mondo.

La struttura è inoltre dotata di una gigantesca vetrata retrattile di 800 mq che crea uno scorcio sul paesaggio naturale circostante.

Maraya, che in arabo significa specchio, ha un cuore che parla italiano. La struttura è stata infatti progettata da Florian Boje dello studio di progettazione Giò Forma di Milano, traendo ispirazione dal paesaggio naturale in cui si trova, esattamente come la natura ha ispirato l’architettura e l’arte di numerose civiltà dai tempi dei Nabatei fino ai giorni nostri. Anche il project management è stato guidato dagli italiani Massimo Fogliati e Fabio Pavanetto di Black Engineering.

“Come risulta evidente nell’architettura dei Nabatei, la Maraya Concert Hall è stata creata tenendo conto della natura delle rocce locali segmentate e ‘scolpendo’ dal pieno” racconta Florian Boje. “Questo edificio unico porta a riflettere sull’inconfondibile ambiente geologico in cui è immersa, sulla radicale astrazione del paesaggio circostante e sulle insolite incursioni dell'uomo nel paesaggio naturale. I riflessi donano un senso di equilibrio avvolgente: una profonda connessione del patrimonio umano con la natura”.

 

La creazione della Maraya Concert Hall si è sviluppata all’interno di un percorso storico-culturale.

“AlUla è stata crocevia di scambi culturali per millenni e, grazie a Maraya, abbiamo fatto un passo avanti verso la realizzazione della nostra visione che prevede di ricreare un luogo in cui sognare, che ispiri e faciliti la condivisione di culture e idee”, spiega Philip Jones, Chief Destination Management and Marketing Officer della Royal Commission for AlUla (RCU).

La regione vuole essere la destinazione prescelta dagli artisti per trarre ispirazione da un territorio che mette in risalto le vestigia delle civiltà che lo hanno abitato nei secoli ed enfatizza l'importanza di architettura e arte nello sviluppo della cultura di ogni epoca.

Un altro obiettivo di RCU è sviluppare l’economia per i residenti e le imprese locali attraverso un'ambiziosa strategia di eventi aziendali. Grazie alla sua posizione centrale nell’area GCC e a diverse migliorie in corso di realizzazione, tra cui una maggiore capacità, un piano conferenze dedicato, un ristorante al piano terra e una terrazza, quando riaprirà alla fine del 2020 Maraya sarà un luogo ideale per ospitare eventi locali e internazionali.