Nallo: «Mamma e incinta, surreale aver paura al corteo del 25 aprile»

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Intervista a Vittoria Nallo per «La Repubblica Torino» del 26-04-2025

di Andrea Gatta

La consigliera era con la delegazione di radicali e Italia Viva: "È un problema se una bandiera dell'Europa scatena la violenza"

Alla fine è riuscita a sfilare con il corteo, «ma solo in veste istituzionale, con le autorità: che uno debba avere paura per la propria incolumità alla fiaccolata del 25 aprile mi sembra surreale». Vittoria Nallo, esponente di Italia Viva, è consigliera regionale per Stati Uniti d'Europa. Ma è anche una mamma e aspetta un bambino. Giovedì sera era alla guida della delegazione che si è presentata alla fiaccolata con bandiere dell'Europa e dell'Ucraina.

Consigliera Nallo, lei ha registrato un video sui social dicendo: «Ci hanno impedito di partecipare».

«È andata così. Avevamo preannunciato le nostre intenzioni con anticipo, in una conferenza stampa: l'associazione Adelaide Aglietta, Italia Viva, Psi, +Europa, Azione, Partito liberaldemocratico. Avevamo detto che saremmo andati per onorare gli 80 anni della Liberazione ma senza ignorare quello che sta accadendo in Ucraina. Nel momento in cui celebriamo la figura di Bruno Segre, ricordiamoci anche che ci ha detto che la memoria non è mai fine a sé stessa, ma deve servirci a comprendere il presente».

Quanti eravate?

«Una ventina, tutti ragazzi giovani impegnati nei rispettivi partiti».

Uno degli organizzatori lamenta un'aggressione da parte di un componente della vostra delegazione. Come è andata?

«Quando il corteo stava per partire, in corso Siccardi, abbiamo chiesto di poter entrare ma siamo stati fermati dal servizio di sicurezza degli organizzatori. Ci sono stati insulti, aggressioni verbali e per fortuna la polizia ha evitato il peggio. Ma ci sono state strappate delle bandiere, alcune delle quali poi sono state date alle fiamme alla fine della manifestazione».

Qualcuno potrebbe obiettare che non potevate non sapere che l'utilizzo dei vessilli europei e ucraini avrebbe creato tensioni. Che, insomma, abbiate voluto provocare.

«Ma non scherziamo. Noi non ci sentiamo ospiti al 25 aprile, andiamo lì perché crediamo nei valori della libertà, della resistenza e della democrazia. È veramente triste sapere che in un evento come questo veniamo trattati da nemici e da infiltrati. Anzi, se vedere dei ragazzi con una bandiera dell'Europa giustifica la violenza o comunque fa pensare che siano estranei alle celebrazioni, abbiamo un problema. Anche perché questo atteggiamento va contro lo spirito del 25 aprile. Ricordo che i partigiani non erano tutti comunisti: c'erano democristiani, socialisti, liberali e questa festa dovrebbe unirli».

Cosa avete fatto a quel punto?

«Siamo stati costretti ad allontanarci, persino i miei mi hanno detto "Vattene, perché è troppo pericoloso". Ho fatto il resto del corteo con le autorità, qualcuno ha proseguito senza bandiere, altri se ne sono andati. Il risultato è che mi è stato impedito di sfilare con la mia delegazione. Ma c'è un altro aspetto che mi fa arrabbiare».

Quale?

«Finora nessuno degli organizzatori e delle istituzioni cittadine ha espresso solidarietà per quanto accaduto. Ci saremmo aspettati parole di condanna da parte della Città».