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Marattin al dibattito promosso da Betania Online: "Per il post Covid politiche familiari, detassazione del lavoro e Industria 4.0"

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L'intervento pubblicato dalla "Gazzetta di Parma", 2 dicembre 2020.

Sburocratizzare, investire, innovare. Sono gli ingredienti per la ricostruzione post Covid, da amalgamare sapientemente all'interno di una politica progettuale con la «P» maiuscola. È quanto emerso lunedì sera durante l'incontro moderato da Stefano Pileri, vicedirettore della Gazzetta di Parma, su «Le prospettive dell'economia alla vigilia della Legge di Bilancio», nell'ambito degli appuntamenti di Betania Online, promossi da Giorgio Pagliari. 

Luigi Marattin (Italia Viva), presidente della commissione Bilancio della Camera, ha fatto il punto sulla legge di bilancio, sottolineando come il rilancio passi soprattutto da un utilizzo sapiente del Recovery Fund: «Dopo l'Epifania servirà il quinto decreto ristori, perché nell'attuale legge di bilancio si trovano misure legate alla situazione di fine ottobre».

I miliardi di euro finora spesi (100 soltanto nel corso del 2020) per la maggior parte «sono serviti per "giocare" in difesa - ha precisato Marattin -. Ad esempio, è stata finanziata tanta cassa integrazione per evitare milioni di disoccupati».

La prima politica «d'attacco» sarà l'assegno unico. «Un importante pilastro del post Covid - ha proseguito Marattin - è la ricostruzione delle politiche della famiglia, anche per tentare di risolvere l'emergenza drammatica della denatalità. A questo si aggiunge la detassazione del lavoro e la proroga del programma inizialmente denominato "Industria 4.0"».

Quanto al Recovery Fund, Marattin non valuta positivamente la nuova cabina di regia prevista dal premier Giuseppe Conte. «La vera cabina di regia deve essere il governo - ha rimarcato -. Nominare sei manager per la parte tecnica non risolve nulla, perché sarà un decreto ministeriale a stabilire l'utilizzo del Recovery Fund».

Sul Mes «c'è tanta confusione ma la sua riforma lo rende più utile in caso di bisogno». Il rimpasto? «Non mi interessa - ha commentato Marattin -. La vera domanda è se l'attuale governo è all'altezza della sfida che ha davanti. Il dibattito non può risolversi sul rimpasto, servirebbe invece un senso di responsabilità nazionale che vada oltre le magliette di partito nella fase più difficile della storia repubblicana».